27 – Nasce la speleologia etnea

Nell’ambito del C.A.I. di Catania un giovane magistrato, Francesco Miceli, mentre i consoci si inerpicano sulle aspre balze del vulcano, è attratto dalle sue cavità e si sperimenta, trascinando qualche compagno, in una sorta di alpinismo a testa in giù. La sua attività si fa metodica ed egli si pone subito un obbiettivo che rimarrà per oltre mezzo secolo il punto di riferimento e di arrivo degli speleologi etnei: creare un Catasto delle Grotte dell’Etna.

Nella pubblicazione a numero unico dedicata all’inaugurazione del Rifugio Menza, stampata all’inizio del 1934, egli elenca un certo numero di cavità: prima di tutte la Grotta delle Colombe, dietro i Monti Rossi, già visitata nel 1823 da Mario Gemmellaro, nel cui Grande Pozzo si calano il 12 novembre 1933 alcuni soci. Quelle dei Monti Silvestri, dei Crateri del 1852, delle Sciare di Scorciavacca, delle Femmine e delle Palombe, ai margini della Pineta di Linguaglossa. Poi le cavità dei Due Pizzi, e quella superba della Grotta del Gelo. Sul versante di nord ovest, la Grotta delle Vanette, quella delle Vanelle e la Grotta del Burò. A sud di Biancavilla, la Grotta di Scillà, quindi quella del Fracasso, di Monte Intralèo, del Brigante, degli Archi.

Miceli effettua anche una prima distinzione fra le diverse maniere di generarsi delle grotte vulcaniche, distinguendo le grotte di scorrimento lavico da quelle, prevalentemente verticali, formatesi presso i crateri a seguito della violenta risalita di grandi flussi di gas.

28 – L’attività sociale negli anni ′30

Nel luglio 1930 la Sezione organizza la Mostra Fotografica del Paesaggio Etneo. Vengono selezionate ed esposte 254 fotografie in bianco e nero, dopo essere state montate su cartoncino. Gli autori sono G. Silvestri, Bauer, L. Pirrone, Kurt Haeni, Gustavo Zuber, R. Vadalà Terranova, Mimì Consoli, A. Argento, G. Papale, Stefano Sciuti, Luigi Cuturi Sciuto, Sozzi, M. Zurrìa e G. Becherucci.

Tre anni dopo la Sezione indice fra i soci un Concorso Fotografico, nel quale vengono presentati circa 170 lavori. Esso serve da base per la creazione di un Archivio Fotografico secondo le direttive della Presidenza Generale, con oltre 200 fotografie nel formato 18 x 24, montate su cartoncino. Buona parte di questa collezione è custodita presso la Sede sociale.

Prosegue vivacissima l’attività escursionistica: nel 1933 vengono effettuate in 10 mesi ben 28 gite con la partecipazione di 1294 escursionisti. In concomitanza con la giornata del C. A. I. del 1933, si organizza anche una Gara Siciliana di marcia, in montagna, a squadre di 3 elementi ciascuna, con una nutrita partecipazione di atleti camminatori, fra cui alcuni tedeschi.

Il 13 giugno 1935, nel celebrare i 60 anni della Sezione, si inaugura la nuova sede di Via Bicocca, 8, il cui fitto costa 4.200 lire l’anno. Sarà una sede storica, che accoglierà il Sodalizio per ventiquattro anni, ancora ricordata da decine di soci che la frequentarono.

29 – Consigli e Sottosezioni negli anni ′30

Non evidenziato da elezioni sociali, avviene verso la metà degli anni ′30 una modifica del Consiglio Direttivo, che, sempre nel numero di nove unità, è così composto:

  • presidente: avv. Raffaello Vadalà Terranova
  • vicepresidente: avv. cav. Pietro Tropea Marchese
  • consiglieri: dott. Domenico Abbruzzese cav. Giuseppe Battiati, rag. Giacinto Buscemi, rag. Enrico Eberle, cav. Kurt Haeni, rag. Cosmo Mollica Alagona, sig. Filippo Perciabosco

L’eco della proficua attività della Sezione è grande ed esistono in Provincia ben quattro Sottosezioni:

  1. Adrano, con reggente il dott. G.Costa
  2. Linguaglossa (assieme a Piedimonte Etneo), con reggente il prof. A.Milana
  3. Nicolosi, con reggente il dott. S.Nicosia
  4. Pedara, con reggente il sig. S.Tomaselli

Nel luglio 1935 il Presidente Generale Manaresi autorizza la costituzione della Sottosezione di Randazzo, alle dipendenze della Sezione.