55 – Dicembre 1966: Nino Montalto Presidente

Le conseguenti elezioni del dicembre 1966, con cinque componenti nuovi su nove, portano ad una compagine che è un perfetto connubio fra alcuni elementi giovani con chiari programmi da sviluppare e quattro ″anziani″ che assicurano la continuità con il passato.

  • presidente: ing. Antonino Montalto
  • vicepresidente: cav. Filippo Perciabosco
  • segretario: sig. Domenico Condarelli
  • consiglieri: sig.na Angiola Zanini, dott. Pietro Franceschino, dott. Giuseppe Ronsisvalle, dott. Emanuele Lo Giudice, geom. Santi Maccarrone, ing. Alfio Amantia
  • revisori effettivi: p.i. Paolo Fontana, ing. Oliviero Scuto
  • revisori supplenti: rag. Domenico Grimaldi, sig. Carmelo Sciacco
  • delegato alla Sede Centrale: ing. Francesco Malato

Fra i nuovi componenti appare finalmente una donna, Angiola Zanini, che si dedicherà all’organizzazione delle gite estive. Oltre alle Commissioni meramente teoriche (Malato alla Stampa, Amantia alla Tecnica, Ronsisvalle alla Scientifica, Lo Giudice alla Propaganda, vengono affidati due compiti operativi: Pietro Franceschino è il Direttore dello Sci C.A.I., mentre Tony Spampinato ha la responsabilità della squadra agonistica che si è da poco formata.

Il nuovo Consiglio si ritrova nuovamente privato dell’introito del Rifugio Sapienza: Dal Canto Silla già a febbraio, fa sapere che il rifugio non rende. Gli viene abbassato il canone a L. 3.000.000 annui, ma a marzo abbandona il rifugio e fugge letteralmente in alta Italia.

C’è un contatto fra il C.A.I. ed una società formata da un volenteroso gruppo di giovani: Alfio Di Bella, ventinovenne e un di lui fratello; inoltre Vittorio Belvedere, Domenico Alfano ed Alfio La Rosa Il consiglio decide di destinare gli introiti della gestione in parte alla manutenzione dell’immobile ed in parte al ripianamento dei debiti, per i quali si stabilisce un piano di ammortamento in 6 anni. Il contratto con i nuovi gestori viene formalizzato nel settembre 1967, per l’importo di L. 4.000.000 annui per tre anni. Il gruppo perderà per strada alcuni componenti ma, attraverso periodi di luci e di ombre, nonostante un’eruzione vulcanica che minaccerà seriamente il Rifugio e numerosi cambi alla dirigenza della Sezione, due di essi, Alfio Di Bella e Vittorio Belvedere rimarranno a gestire la struttura fino alle soglie dell’anno 2000.

Nell’ottobre 1967 si tenta di riproporre la pubblicazione della Monografia sull’Etna e si forma il primo Consiglio Direttivo dello Sci C.A.I., con Carmelo Sciacco Direttore Amministrativo e Mario Becherucci Direttore Tecnico; componenti: Valvo, Giuseppe Vaccaro, Antonio Garaffo e Tony Spampinato.

Per incrementare il numero di soci, si propongono premi per coloro che ne presentano di nuovi.

56-L’attività sociale negli anni ′60

Già a partire dalla metà degli anni ’50, vi era stata progressivamente in Sezione una modificazione della composizione del corpo sociale. L’attività escursionistica, che aveva raggiunto nell’immediato dopoguerra un grande sviluppo, con l’organizzazione di oltre 20 escursioni l’anno con più di 1.200 partecipanti complessivi, registra un progressivo calo ed alla fine un annullamento quasi totale, quanto meno come fatto organizzativo a livello sociale. Numerosi sono ovviamente i soci che continuano ad effettuare escursioni, organizzandosi in sede o al di fuori di essa, in piccoli gruppi e con mezzi privati. Gli escursionisti diminuiscono e subentra un gruppo sempre più nutrito e affiatato di sciatori da discesa, le cui file si infoltiscono grazie anche alla costruzione sull’Etna, della funivia che dalla zona del Rifugio Sapienza porta fino a quota 2.900, con tappa a quota 2.500 ed all’installazione dei primi rudimentali impianti di risalita. Grazie a questi mezzi meccanici, lo sci da discesa diventa negli anni ’60 uno sport di gran moda e provoca, con il fisiologico ritardo rispetto alla cerchia alpina, un vistoso fenomeno consumistico; con il consueto contorno costituito dalla commercializzazione di modelli sempre più tecnici e sofisticati di sci, di attacchi, di scarponi e di un abbigliamento sempre più ricercato.

I ″legni″ cessano di essere tali e i nuovi sci vengono costruititi dapprima con il cuore in listelli di legno e con rivestimento esterno di metallo leggero o di resina sintetica.In seguito tutta la struttura viene realizzata con molteplici materiali sintetici frutto di ardita ricerca tecnologica. Per quanto riguarda gli scarponi, il cuoio, non più con i lacci, ma con i ganci,viene utilizzato ancora fino ai primi anni ′70. Poi scompare del tutto, sostituito da scafi sempre più alti e fasciati, costruiti con coloratissime resine sintetiche. A fianco del fenomeno ″moda″, che riempie le piste soprattutto durante il fine settimana, si mantiene e si amplifica il fenomeno ″agonistico″, che, comparso in termini pionieristici negli anni ′30, aveva raggiunto negli anni ′50 uno sviluppo consistente. Nell’ambito del C.A.I., a fianco del gruppo di sciatori uomini, viene addirittura creato a metà anni’50 un Gruppo femminile denominato Sci C.A.I. Katana, affidato alla socia Ena D’Amico.

A metà degli anni ′60 la scena sciistica etnea è ricca di protagonisti: quattro Sci Club si contendono accanitamente medaglie, coppe e trofei. Su tutti lo Sci Club Sicilia, nato nel 1951, ma non sfigurano lo Sci Club Monti Rossi, presieduto da Mimmo Signorelli, lo Sci C.A.I. Catania, il più vecchio di tutti, fondato nel 1947 e la Centrale Sottomarina. Gli atleti più forti, validi a livello regionale, sono Franco Sabbia ed Edy Strickner, ma gareggiano con onore i fratelli Giuseppe e Pietro Tomasello, Tony Spampinato, Fabrizio Geraci, Antonio Spina, Cesare Santuccio, Aldo Poli, Franz Zipper e tanti altri.

57 – Matrimoni e divorzi

Alla fine degli anni ′60 nasce il fenomeno delle ″fusioni″ fra Sci Club, con la speranza di ottenere una struttura più solida dal punto di vista economico e logistico e di acquisire maggiore forza all’interno della F.I.S.I.

Nel febbraio 1968 il consigliere Carmelo Sciacco informa di avvenuti contatti fra lo Sci C.A.I. Catania e lo Sci Club Monti Rossi per giungere ad una eventuale fusione. Lo Giudice fa notare che sarà necessario armonizzare il nostro Regolamento Sezionale, ed in particolare l’art.45, con il Regolamento che la F.I.S.I. esige sia adottato dalle società affiliate. Così, in vista della grande fusione, nel marzo 1968 l’Assemblea delibera la modifica dell’art. 45 del Regolamento Sezionale. La nuova formulazione così recita: I Gruppi sono retti da un Direttivo composto da un Presidente, che sarà il Presidente della Sezione, da un vicepresidente-Direttore e da alcuni consiglieri, liberamente eletti dai membri del Gruppo, secondo il proprio regolamento e convalidati dal Consiglio Sezionale.

Alla stessa Assemblea, cui partecipano appena 24 soci, si constata con amarezza che il corpo sociale non cresce; i soci per il 1967 sono stati infatti 195, di cui 95 ordinari e 100 aggregati o E.S.C.A.I. Seguono le elezioni sociali che portano al seguente Consiglio Direttivo:

  • presidente: ing. Antonino Montalto
  • vicepresidente: sig. Carmelo Sciacco
  • segretario: sig. Giuseppe Paratore
  • consiglieri: dott. Emanuele Lo Giudice, sig. Domenico Condarelli,i dott. Sigfrido Zipper, dott. Pietro Franceschino, sig. Mario Becherucci, ing. Alfio Amantia
  • revisori effettivi: p.i. Paolo Fontana, ing. Oliviero Scuto
  • revisori supplenti: rag. Gianni Becherucci, cav. Vincenzino Barbagallo
  • delegato alla Sede Centrale: cav. Filippo Perciabosco

Al segretario consigliere Pippo Paratore, che ritiene di poter dedicare poche energie alla carica, si affrancano due vicesegretari: i giovani Domenico Condarelli, speleologo e Mario Becherucci, sciatore.

Nel frattempo, nel 1968, la Regione mette in cantiere la costruzione di quattro nuovi rifugi sull’Etna, sostituendosi per la prima volta al C.A.I. in questa benemerita attività:

  • Il Piccolo Rifugio a quota 2.500 m sul versante sud
  • Il Rifugio Torre del Filosofo a quota 2.920 m sul versante sud
  • Il Rifugio di Monte Baracca a quota 1.800 m sul versante nord-est
  • Il Rifugio di Monte Nero anch’esso a quota 1.800 m sul versante nord-est

Ci si accorge che il Rifugio Torre del Filosofo sta sorgendo in parte su terreno di proprietà della Sezione e Montalto scrive alla Regione. Questa incarica l’Ufficio Tecnico Provinciale di effettuare dei controlli, ma l’argomento non viene più ripreso, nè affrontato. In Consiglio si rammenta che la Sezione ha 15.000.000 di debiti nei confronti di alcuni soci (in gran parte verso il past presidente Paolo Fontana). Si rinnova alla guida Peppino Strano la gestione del Rifugio Citelli, per l’importo di L. 1 000 000 per 5 anni, ma contro l’anticipo di L. 500.000 subito affinchè la Sezione possa effettuare dei lavori alla struttura. Mimmo Signorelli, radiato nel 1956, chiede la riammissione al C.A.I.

Nel dicembre 1968 si apprende della scomparsa del past presidente Umberto Franzina. Si dimettono da consigliere Emanuele Lo Giudice e gli subentra Litterio Pappalardo, e da segretario Pippo Paratore, che cede il posto a Mimmo Condarelli, mantenendo la carica di consigliere. Condarelli comunica in Consiglio la ricostituzione del Gruppo Grotte, già formato nel 1948 con il nome di Gruppo Speleologico.

Nel corso del 1969 gli argomenti di discussione in Consiglio sono un progetto di ampliamento del Rifugio Sapienza, la sdemanializzazione della metà di ponente dello stesso edificio (la ex casermetta della Milizia) e un progetto che circola all’Ente Provinciale del Turismo relativo alla creazione di un Parco dell’Etna. La durata delle cariche sociali continuano ad essere di due anni ed a marzo 1970 si svolgono nuove elezioni, che confermano essenzialmente il nucleo che costituisce da alcuni anni il Direttivo:

  • presidente: ing. Antonino Montalto
  • vicepresidente: dott. Vincenzo Tomasello
  • segretario: sig. Domenico Condarelli
  • consiglieri: sig. Carmelo Sciacco, sig. Giuseppe Vaccaro, sig. Tony Spampanato, avv. Mario Maugeri, sig. Filippo Massari, sig.na Tina Giuliano
  • revisori effettivi: rag. Giovanni Becherucci cav. Vincenzino Barbagallo
  • revisori supplenti: sig. Giuseppe Paratore dott. Pietro Franceschino
  • delegato alla Sede Centrale: cav. Filippo Perciabosco

Fra i primi atti del Consiglio, la definitiva rinuncia alla stampa della Monografia sull’Etna, in quanto il preventivo presentato dalla Casa Editrice è inavvicinabile.

Ma giunge il momento della seconda e più importante iniziativa relativa allo sci agonistico: nel giugno 1970 gli accordi per la fusione fra lo Sci Club Etna che ha come leader Natale Nicotra, e lo Sci C.A.I. Catania, il cui direttore è il dott. Vincenzo Tomasello, sono pressochè definiti e vengono presentate in Consiglio le condizioni reciprocamente concordate:

  1. che 5 membri dello Sci Club Etna entrino nel Consiglio Direttivo Sezionale che viene portato da 9 a 15 componenti. Ciò varrà soltanto per il biennio in corso. Successivamente il numero ritornerà a nove.
  2. che nel Consiglio dello Sci C.A.I. vi siano 7 componenti di provenienza Sci Club contro 4 di provenienza Sci C.A.I.
  3. che alla scadenza di un anno dalla fusione venga consegnata al C.A.I. la Capannina in località Monumentino Cagni.

Il Consiglio le approva e le sottopone per l’approvazione all’Assemblea Generale dei Soci, svoltasi nel giugno 1970, i quali sono chiamati a modificare gli articoli 17 (cariche sociali) e 24 (composizione del consiglio), del Regolamento Sezionale. Durante la riunione di Consiglio Direttivo del 24 luglio si da il benvenuto ai nuovi consiglieri:

  • sig. Salvatore Bonaccorsi
  • sig. Natale Nicotra
  • avv. Antonino Perni
  • ing. Mario Natoli
  • geom. Giacomo Vasta

a Giuseppe Vaccaro subentra il dott. Antonio Garaffo

Nel 1970 muore l’ing. Alfio Amantia. Durante la commemorazione che gli sarà tributata durante le manifestazioni del Centenario sarà consegnata a suo figlio una targa con la frase: Non c’è rifugio sull’Etna che non porti la sua firma. Nell’ottobre dello stesso anno si trasferisce la sede da Via Musumeci 112 a Via Napoli 116.

Al Rifugio Citelli il gestore Peppino Strano rinuncia alla conduzione e viene sostituito dapprima dal sig. Santo Torrisi per un canone di L. 800.000 per tre anni, ma anche questo accordo va presto in fumo e un anno dopo subentra il sig. Leonardi di Zafferana. Nel novembre 1970, passati 5 mesi dalla fusione già emerge in Consiglio qualche divergenza: il consigliere Natale Nicotra propone di concedere la tessera F.I.S.I. a tutti i soci, ma la proposta viene respinta.

In Sezione si forma un Gruppo campeggiatori e roulottisti, capeggiato dal tipografo Pippo Di Maria, che si affianca ai Gruppi Grotte e Sci C.A.I..Nel dicembre 1970 in Consiglio vengono così approvati i Regolamenti di tutti etre i Gruppi. Grazie alla fusione con lo Sci Club Sicilia il corpo sociale subisce un’impennata: i soci sono adesso ben 550. Ma l’accordo tra i due gruppi di sciatori ha vita breve e già dopo un anno mostra la corda. Sigfrido Zipper, subentra all’ing. Nino Montalto alla presidenza per operare un tentativo di mediazione e conciliazione, ma, eletto il 20 dicembre 1971, si dimette dopo appena sette mesi. Il 4 luglio 1972 viene eletto presidente Mario Maugeri, già vice di Zipper, che guiderà la Sezione fino al 1978.

I due gruppi si contendono le principali cariche sociali nelle elezioni del maggio 1973. In una lettera aperta ai soci del maggio precedente, il segretario uscente Filippo Massari propone una radiografia della Sezione: scrive di debiti nei confronti di diversi fornitori e di ulteriori necessità di manutenzione dei Rifugi. Poi precisa che il corpo sociale ha in quegli anni una forza di circa 600 soci, di cui oltre un quarto di nuova associazione. Dei soci che hanno una qualche attività all’interno del sodalizio, e dei quali si può quindi individuare la predisposizione, 1’82% è costituito da sciatori, 1’11% da speleologi ed il 7% da amatori di altre attività. Le elezioni, svoltesi in un clima di grande contrapposizione, nonostante ulteriori tentativi di mediazione, vedono il prevalere della lista di provenienza Sci C.A.I. su quella di estrazione Sci Club Sicilia.

Il gruppo perdente non accetta con sportività la sconfitta e l’estate 1973 vede un susseguirsi di azioni poco eleganti, tendenti al recupero della dote che ciascuno degli sposi aveva portato in questo matrimonio andato a monte. L’11 giugno il Consiglio Direttivo radia Natale Nicotra, mentre altri sei soci (Ignazio Morfino, Carmelo Sciuto, Santi Fichera, Roberto Panarello, Giuseppe Lo Presti e Antonio Garaffo) vengono querelati per delle presunte sottrazioni di materiali per l’attività sciistica. Infine il 26 ottobre ne vengono sospesi altri quattro per un anno (Achille Preda, Filippo Rosolia, Turi Bonaccorso e Pippo Di Maria). Alla fine del 1973, la Sezione, le cui file si sono paurosamente assottigliate, si ricompatta e si prepara a festeggiare il centenario, nominando un’apposita Commissione.

Dopo una lunga procedura, iniziata da Nino Montalto, poi seguita da Sigfrido Zipper e Mario Maugeri, l’Assessorato Regionale al Turismo concede alla Sezione un contributo a fondo perduto di 21.000.000 di lire che servirà a effettuare alcuni lavori al Rifugio Sapienza: ampliamento del bar al piano rialzato, installazione di un gruppo elettrogeno, rifacimento della facciata, rinnovo parziale delle attrezzature. Nello stesso tempo la Sezione perde però l’agibilità del locale annesso al Rifugio sul lato ovest, detto dapprima ‘pizzeria’ e poi ‘caminetto’, il cui tetto si sfonda nell’inverno 1972-73.

Il Rifugio Citelli viene concesso in affitto ad un nuovo gestore, che ne cura le riparazioni ed il riattamento.

Si fissano le quote sociali per il 1974, con i seguenti importi:

  • socio ordinario L. 8.500
  • socio aggregato L. 6.000

specificando che esse sono uniche per C.A.I. e Sci C.A.I. La precisazione in questione è sintomatica di una situazione anomala che vede un gruppo all’interno della Sezione talmente preponderante come forza numerica e potere acquisito da doversi chiarire che, ai fini della quota sociale, non vi è differenza alcuna fra l’appartenenza all’uno o all’altro o ad entrambi.

Anche la squadra agonistica ha subìto le conseguenze della spaccatura e adesso lo Sci C.A.I., ridotto nelle forze, si deve riorganizzare.

Ma nuovi soci si dedicano al sodalizio, organizzando la Scuola Sociale di Sci: Dante Bechi, Salvo Calanna, Alfio Cariola, Alfredo Diolosà, Ciccio Galeano, Salvo Nicotra, Giorgio Pace, Anita Parmesani, Tony Spampinato e Peppino Vaccaro. Il Gruppo Grotte, organizza un campo speleologico sui Monti Alburni, partecipa ad un Congresso Internazionale a Olomouc in Moravia e svolge il 2° Corso Sezionale di Speleologia.

58 – Le Guide Alpine si rendono autonome

La storica vicenda delle Guide Alpine, si evolve con la creazione, nel xxxx del Consorzio Nazionale Guide e Portatori. In breve il consorzio si organizza anche in Sicilia e nascono i Comitati regionali, fra cui anche il Comitato Siculo, che nel 1967/68 ha sede a Catania, in Piazza Cappellini 12, ed è organizzato e presieduto da Filippo Perciabosco.

Sono gli ultimi anni che vedranno l’impiego delle guide secondo la maniera classica, vecchia di oltre un secolo. Il tariffario emesso in quegli anni prevede ancora lo svolgimento delle escursioni su specifica richiesta e prenotazione del turista escursionista, senza l’impiego di alcun mezzo meccanico.

Per esempio, per essere guidati ″dal Rifugio Sapienza al Cratere Centrale con pernottamento all’Osservatorio e ritorno, con visita alla Valle del Bove″, accorrono L.16.000. Sono previste anche le affascinanti ″traversate″: ″dal Rifugio Sapienza al Cratere Centrale con pernottamento all’Osservatorio e discesa via Pineta di Linguaglossa, rifugio S.U.C.A.I./Conti, Linguaglossa″ con la tariffa di L. 20.000. Stesso prezzo per scendere a Fornazzo, via Rifugio Citelli e bosco della Cubanìa. Durante il periodo invernale le tariffe sopraindicate subiscono un aumento del 20%. Ogni guida non potrà accompagnare più di nove persone nel periodo estivo e non più di quattro in quello invernale. Nel Tariffario firmato dal presidente Perciabosco, sono previste altresì i casi di utilizzo di un semplice Portatore, di servizio di pronto soccorso, di cattivo tempo e sconti per i soci del C.A.I. e dei Club Alpini esteri. Peppino Strano di Zafferana è indicato ancora come gestore dei Rifugi Citelli e Menza, mentre per il rifugio Conti ci si deve rivolgere alla Sezione C.A.I. di Linguaglossa.

Per usufruire del servizio delle Guide, bisogna dare avviso, telegrafando almeno un giorno prima al Capo delle Guide Vincenzino Barbagallo a Nicolosi.

59 – Il Trofeo Orazio Càtera

Un grande montanaro, Orazio Càtera (1900-xxxx) settantaquattrenne, socio della Sezione dal 1925, decide di dare un fattivo contributo alla promozione dell’escursionismo e organizza a sue spese nel 1974 il 1° Trofeo che porta il suo nome, consistente in una Marcia di regolarità in montagna per squadre di tre concorrenti. Il Trofeo viene assegnato per un anno alla Società, all’Ente o al Corpo Militare della squadra vincente e deve essere restituito dopo 12 mesi, alla Sezione, che lo rimetterà nuovamente in palio. Si aggiudicano la competizione, in nome della stessa Sezione, i giovani Alfredo Diolosà, Franz Zipper e Giuliana Tomasello.

La gara viene ripetuta, come 2° Trofeo, nel giugno 1975, l’anno del centenario della Sezione, sul percorso Rifugio Sapienza (Caminetto), monte Castellazzo, Monte Nero degli Zappini, Monte Rinatura, Piccolo Rifugio, Cisternazza, selletta est della Montagnola, Monti Calcarazzi, Monte Silvestri superiore, Caminetto, per complessivi km 8. Sono previsti 3 controlli cronometrici a quota 2.240, alla Cisternazza ed a Monte Silvestri superiore. Ad ogni squadra concorrente sarà dato soltanto al momento del via un ruolino di marcia che dovrà essere rispettato, senza ricorrere alla corsa o alla sosta. Un punto per ogni secondo di ritardo sui tempi per le tre frazioni porterà ad una somma di penalizzazioni che consentirà di stilare la graduatoria finale.