05-La Casa degli Inglesi

Nel 1804 lo studioso Mario Gemmellaro aveva costruito a proprie spese una modesta casupola nel pianoro adiacente ai ruderi della Torre del Filosofo e battezzato tale ricovero ″la Gratissima″. Il fratello Carlo, che fra i tanti suoi impegni era anche medico a servizio della flotta britannica di stanza a Messina, nel 1811 aveva accompagnato in escursione al cratere alcuni ufficiali di Sua Maestà e li aveva alloggiati alla Gratissima. Questi, riconoscenti e affascinati dal viaggio, avevano offerto un contributo per la costruzione di un edificio più ampio e comodo, sito accanto al primo, che era stato chiamato in loro ricordo ″Casa degli Inglesi″ e che fu utilizzata per oltre mezzo secolo.

Così nell’agosto 1876 la Sezione stipula con la famiglia Gemmellaro un contratto della durata di 12 anni per usufruire della Casa degli Inglesi; detta anche Casa Etnea.

Il biglietto per alloggiare alla Casa Etnea (o Casa degli Inglesi), costa L. 2,50 e viene emesso direttamente dalla Sezione. Le Guide portano in un apposito berretto, una placca di rame con il numero identificativo. Al ritorno dall’escursione essa presenterà al viaggiatore il proprio brevetto su cui questi dichiarerà se è soddisfatto o meno dell’opera prestata.

06-Le Guide

Sul fronte delle Guide, il 1° gennaio 1877 si stampa il primo Tariffario per le Ascensioni sull’Etna ed il primo Regolamento delle Guide. Per essere accompagnati da Nicolosi al Cratere Centrale e viceversa occorrono L. 8 senza vitto e L. 10 con vitto. Da Nicolosi alla Casa Etnea e viceversa, dal 15 maggio al 31 ottobre si pagano L. 10 mentre dal 1° novembre al 15 maggio bastano L. 6. Quando non c’è luna piena si aggiunge un giovanetto, detto garzone, per portare la lanterna nella salita del cono centrale per il gran cratere. Per carbone e candele alla Casa Etnea occorrono L. 1,50.

Il biglietto per alloggiare alla Casa Etnea (o Casa degli Inglesi), costa L. 2,50 e viene emesso direttamente dalla Sezione. Le Guide portano in un apposito berretto, una placca di rame con il numero identificativo. Al ritorno dall’escursione essa presenterà al viaggiatore il proprio brevetto su cui questi dichiarerà se è soddisfatto o meno dell’opera prestata.

Le Guide approvate sono:

  1. Contarino Antonino, Capo delle Guide
  2. Gemellaro Giuseppe
  3. Carbonaro Antonino
  4. Carbonaro Antonio
  5. Consoli Salvatore
  6. Anastasio Giuseppe
  7. Carbonaro Vincenzo
  8. Leonardi Antonino
  9. Leonardi Alfio
  10. Gemellaro Antonio
  11. Galvagno Pietro
  12. Gemellaro Salvatore

Per recarsi ai Monti Rossi si offrono altre Guide:

  1. Carbonaro Salvatore, Capo delle guide
  2. Contarino Antonino
  3. Rizzo Gaetano
  4. Chità Salvatore
  5. Anastasio Giuseppe
  6. Chità Carmelo
  7. Contarino Nunzio

07-L’anno 1880

Il 15 marzo 1880 il Regolamento Sezionale viene nuovamente modificato e si ritorna all’impostazione del 1875, con un Consiglio di 9 membri fra cui 5 consiglieri senza alcuna delega specifica. Viene eletto presidente colui che è e ancor più diventerà un grande vulcanologo: Orazio Silvestri. Questi ha per vice il nobile Mario Carcaci Paternò Castello e fra i consiglieri, oltre al fedelissimo dottor Giuseppe Bonanno Vinci, il barone Benedetto Majorana della Nicchiara e un giovane che frequenterà per decenni la Sezione, ricoprendo tutti gli incarichi, fino a diventarne presidente: l’avv. Antonio Ursino Recupero.

Nell’art. 1 scompare curiosamente la frase: Le escursioni de’ Soci possono farsi anche per puro diletto e per puro esercizio ginnastico, senz’alcuno scopo scientifico.

Esiste da appena cinque anni e già la Sezione ottiene il privilegio di organizzare il Congresso Alpino nel 1880. Esso ha luogo dal 16 al 20 settembre; con due sedute, inframmezzate da un’escursione sull’Etna cui partecipano 80 alpinisti provenienti da tutta Italia.

Nel 1881 Giuseppe Bertuccio Scammacca succede nella carica al prof. Orazio Silvestri, per poi cedere il posto ad Enrico Grimaldi barone di Serravalle. Con lui si realizza la prima presidenza di notevole lunghezza: circa 7 anni, quando ritornerà al timone Bertuccio Scammacca, per traghettare la Sezione nel XX secolo.

08-L’Osservatorio vulcanologico

L’Osservatorio in una foto d’archivio

Negli anni ′70 dell’Ottocento, la Casa degli Inglesi è un alloggio ben misero, umido, piccolo e decisamente poco accogliente. Trascorrervi una notte, significa uscire all’alba stremati dal freddo e con gli arti doloranti per la scomodità dei giacigli.

Nel 1876 l’energico Direttore dell’Istituto Centrale di Meteorologia e Geodinamica di Roma, prof. Pietro Tacchini, suscita un movimento di energie per la costruzione di un edificio ben più imponente, con il contributo finanziario del Governo e degli Enti locali. Tacchini viene delegato dal governo a trattare con la famiglia Gemmellaro l’acquisto della Casa degli Inglesi, per essere incorporata nel nuovo edificio. Nel 1879 nasce così l’Osservatorio Astronomico ″Vincenzo Bellini″, solo in seguito trasformato in Osservatorio Vulcanologico. Sorge a quota 2942, è di proprietà del Ministero della Pubblica Istruzione e viene dato in consegna all’Università di Catania.

Ma gli alpinisti non vi possono accedere. Il C.A.I. contatta allora il prof. Tacchini e lo invita a partecipare alla riunione del Consiglio Direttivo del 2 maggio 1881. All’uopo viene approvata una bozza di convenzione che diventerà operativa nel momento in cui sarà concluso l’acquisto. A partire dal 1881 l’Università dà in concessione alla Sezione C.A.I. di Catania due ambienti più un servizio per adibirli a rifugio. Superando qualche occasionale dissapore, la Convenzione fra C.A.I. di Catania e Università viene periodicamente rinnovata. Il 26 maggio 1888, con l’approvazione del Ministero dell’Agricoltura, si ribadisce la consegna al C.A.I. di Catania dei predetti locali, consegna che avviene il 26 luglio. Questa disposizione viene confermata con una convenzione registrata al n° 5649 il 27 marzo 1894. Tale convenzione andrà rinnovata di tre anni in tre anni e per mezzo secolo circa la funzione di Capo delle Guide del C.A.I. coinciderà con quella di custode dell’Osservatorio per conto dell’Università.

Nel 1898 l’Osservatorio viene collegato con una linea telefonica al paese di Nicolosi. mentre negli anni ’20, per iniziativa del prof. Gaetano Ponte, verrà dotato di acqua corrente grazie all’ingegnosa realizzazione di un condensatore applicato sulla fumarola esistente a breve distanza dall’edificio, chiamata anche ‘vulcarolo’. Il condensatore, dapprima rudimentale, fu in seguito costruito in una versione più efficiente dall’ing. Malerba, Capo dell’Ufficio Tecnico dell’Università, e rappresenterà un esempio modernissimo di sfruttamento di fonti energetiche alternative. L’edificio viene intitolato a Vincenzo Bellini, mentre il rifugio alpino, negli anni ’50, sarà intitolato alla memoria di un escursionista caduto in montagna: Giovannino Cagni. La costruzione è dotata inizialmente di una cupola per le osservazioni astronomiche, ma si constata ben presto che le frequenti piogge di cenere e lapilli rovinano i delicati specchi degli strumenti, che vengono riportati in città. Successivamente sarà utilizzato per studi di meteorologia e, soprattutto, come ricovero per gli studiosi di vulcanologia. A seguito di questo cambiamento di destinazione d’uso, a cavallo del secondo conflitto mondiale, la cupola semisferica verrà sostituita da un elemento cilindrico con copertura conica.

La concessione del rifugio al CAI, rinnovata di tre anni in tre anni, durerà, con qualche interruzione, per tutta la vita dell’Osservatorio. Custodi fra i più noti furono le guide Cristoforo Montesanto, Alfio Barbagallo, il di lui figlio Vincenzino e Giovanni Carbonaro, ancora vivente. Nel 1964 il rifugio Cagni, mentre era custode V.Barbagallo, disponeva di 24 cuccette, impianto a termosifone ed acqua calda e fredda.

L’Osservatorio Vulcanologico sarà distrutto nell’aprile 1971 da un’eruzione le cui bocche si apriranno a poche centinaia di metri alle sue spalle, fra la costernazione degli appassionati dell’Etna che erano stato tante volte confortevolmente accolti fra le sue mura.

09-L’anno 1882

Ma torniamo al 1882 con la sede del C.A.I. in Via Lincoln, l’attuale Via Antonino di Sangiuliano, al civico 197. Del Consiglio Direttivo fanno parte Alberto Peratoner, il prof. Squillaci, il dott. Giuseppe Bonanno Vinci, l’ing. Antonino Calabrò, l’ing. Antonio Battaglia, il cav. Giuseppe Zappalà Asmundo ed il prof. Vincenzo Mollame. Oltre a questi, negli anni ′80 troviamo fra i consiglieri Nunzio Consoli Marano, Augusto Zamboni, l’avv. Agatino Perotta, Luigi Garano, il marchese Giuseppe di Sant’Alfano, Giacomo Abbate e udite, udite, lo scrittore Federico De Roberto.

Ma qual è il profilo dei membri del Consiglio Direttivo in questo scorcio di fine secolo? Di alcuni di loro non sappiamo nulla, ma di altri scopriamo che sono politicamente impegnati nella guida amministrativa della Città. Infatti nel 1890, anno dell’inaugurazione del magnifico nuovo Teatro Massimo Bellini, la Giunta Comunale vede come sindaco il Marchese del Toscano, socio della Sezione, e tra gli assessori Enrico Grimaldi di Serravalle, Giuseppe Bertuccio Scammacca e Antonio Sapuppo Asmundo, probabilmente il padre di Giovanni, che salirà alla presidenza nel 1913.

All’attività sociale squisitamente alpinistica, si affianca l’organizzazione di alcune escursioni durante le quali, grazie alla provata attitudine dei soci a camminare su percorsi lunghi ed ostici, è possibile visitare in maniera originale e più completa diversi obbiettivi di rilevanza turistica e culturale. Il 9 febbraio 1882, durante una riunione del Consiglio Direttivo, vengono proposte le escursioni della stagione:

  1. A Centuripe, passando per Catenanuova e, visitando le zolfare
  2. A Castrogiovanni, con visita alle miniere
  3. In Valle del Bove con obbiettivo i Monti Centenari
  4. A Mompilieri, con visita degli scavi e della Grotta delle Palombe
  5. A Motta S. Anastasia, con passaggio dai Sieli

In Sezione i giovani scalpitano. Nasce la voglia di realizzare qualche impresa altisonante: il 7 agosto 1882, dopo lunghi preparativi e discussioni in Consiglio, i soci Vincenzo Mollame, Eduardo Amato, Giuseppe Bertuccio Scammacca, Morasca e Antonio Ursino Recupero intraprendono un’escursione a piedi da Catania a Messina, della quale riportano una relazione ed una documentazione fotografica. I pernottamenti avvengono a Milo, Francavilla di Sicilia, Novara di Sicilia, Castroreale Terme, Barcellona Pozzo di Gotto, Monforte Sangiorgio e Rometta, Messina via Dinnamare.

Il 31 luglio 1882, durante una riunione del Consiglio Direttivo si propone di installare un verricello a sedia per scendere nella Grotta delle Palombe a Nicolosi e di acquistare un cannocchiale da installare sui Monti Rossi. Il Servizio delle Guide è ormai rodato e in piena efficienza e il 24 novembre 1882 il Comune di Nicolosi invia alla Sezione congratulazioni per la sua organizzazione. Le Guide esternano il desidero di essere dotate di una uniforme.

Alle elezioni sociali del 27 aprile 1884 vengono confermati Delegati alla Sede Centrale i professori Filotà e Mattirolo.