51 – Ma cosa succede nelle due Sottosezioni?

Già nel dicembre 1953 si era venuti a sapere che il reggente della Sottosezione di Linguaglossa, Carmelo Greco, aveva ottenuto contributi per complessive 950.000 lire per organizzare la Coppa Mareneve di Sci ed una scuola di Sci, senza darne comunicazione alla Sezione. Nel novembre 1955 Greco scavalca nuovamente la Sezione chiedendo alla Regione un contributo per la ristrutturazione del Rifugio Conti e per la ricostruzione della Capanna Linguaglossa.

Il 15 dicembre 1955 Greco comunica in Assemblea che il Comune di Linguaglossa ha ceduto allo Sci C.A.I. Valligiani l’uso di 2 locali nella casetta costruita a Piano Provenzana per asilo dei pecorai. Tale casetta viene battezzata ‘Capanna Puchoz’ in memoria dell’alpinista valdostano Mario Puchoz perito l’anno precedente durante la spedizione italiana per al conquista del K2.

Si partecipa altresì che l’On. Russo ha comunicato che la Regione ha intenzione di costruire tre rifugi di media montagna: uno nella zona di Adrano-Biancavilla, un secondo verso Monte Maletto ed un terzo presso Monte Conca. Tali rifugi andrebbero affidati al C.A.I., ma contemporaneamente il Consiglio Direttivo delude le aspettative dei linguaglossesi, deliberando di non ampliare il Rifugio S.U.C.A.I. – Conti.

Intanto ai primi del 1956 prende piede la querelle fra la Sottosezione di Nicolosi, cui si appoggiano diversi soci sciatori catanesi, che fanno riferimento a Mimmo Signorelli ed il Presidente Franzina. Entrambi il 12 aprile presentano le dimissioni. Signorelli dichiara che molti giovani non vogliono collaborare con Franzina e che per questo si iscrivono alle sottosezioni di Linguaglossa o di Nicolosi. Franzina ritira le dimissioni. Un mese dopo si dimette il revisore dei conti Raffaele Malerba, in polemica col presidente e gli subentra il rag. Giuseppe La Rosa I°, mentre Nino Corsaro prende il posto di Mimmo Signorelli come consigliere. vLe Sottosezioni di Linguaglossa e di Nicolosi si coalizzano e chiedono un’Assemblea Straordinaria dove intendono porre critiche alla gestione della Sezione. Il 12 novembre 1956 Franzina denuncia alla Sede Centrale che nell’ambito dello Sci C.A.I. Monti Rossi operano ai posti direttivi soci quali Mimmo Signorelli, Raffaele Malerba, Mario Maugeri e Pippo Paratore, di fatto sci della Sezione.

In risposta alla richiesta delle due Sottosezioni, e su richiesta di Franzina, il Consiglio Direttivo delibera di far svolgere l’Assemblea Straordinaria contestualmente a quella ordinaria. Il 9 giugno 1956, presieduta dal presidente della Sezione di Palermo, rag. Nazareno Rovella, si svolge un’Assemblea tempestosa cui partecipano soci delle Sottosezioni di Nicolosi e di Linguaglossa. Prima di essere sospesa per impossibilità di svolgere il lavoro a causa dei tumulti, si dimette il consigliere Mario Maugeri. Il giorno dopo il Consiglio Direttivo decide all’unanimità di chiedere alla Sede Centrale se i soci delle Sottosezioni territoriali abbiano o meno diritto di partecipare alle Assemblee. Ad agosto arriva la risposta della Sede Centrale, la quale conferma la mancanza di diritto circa il punto precedente. Viene presentata una bozza di nuovo regolamento studiato dagli avv. Pietro Tropea e Raffaello Vadalà Terranova, dal giudice Francesco Miceli e dal dott. Ruggero D’Amico Reitano.

Incassato il parere della Sede Centrale, il 30 ottobre 1956 si svolge l’Assemblea sospesa il 9 giugno e viene comunicato che il corpo sociale è formato da 211 soci diretti e 161 delle Sottosezioni di Nicolosi e Linguaglossa per un totale di 372. Viene comunicato altresì ai soci che la Provincia ha iniziato il 1° tronco della strada Fornazzo – Rifugio Citelli. Nella relazione sull’attività si fa sapere che il socio giudice Francesco Miceli sta lavorando al catasto delle Grotte Vulcaniche dell’Etna coadiuvato dal geom. Nino Corsaro. I soci Raffaele Malerba, Lo Giudice e Mario Maugeri chiedono che si formi una commissione d’inchiesta per effettuare indagini amministrative e chiedono che il presidente si dimetta. La richiesta viene respinta.

Il rappresentante della Sottosezione di Linguaglossa chiede il Nulla Osta per trasformare la stessa in Sezione. L’Assemblea respinge a grande maggioranza. Pino Tosto viene nominato socio perpetuo alla memoria.

Intanto l’ex Revisore dei Conti Raffaele Malerba non demorde e cita in giudizio il presidente Franzina. informatone il Consiglio Sezionale, questo delibera di chiedere l’intervento della Sede Centrale per la radiazione dello stesso Malerba e del socio Mario Giarrusso di Adrano, facente parte della Sottosezione di Nicolosi. Il 7 dicembre 1956 il Consiglio Direttivo delibera di radiare i soci: dott. Mimmo Signorelli, rag. Raffaele Malerba, sig. Mario Giarrusso. Non essendosi questi appellati, nel febbraio successivo la radiazione diviene definitiva.

Nel marzo 1957 il Consiglio Centrale del C.A.I. delibera che la Sottosezione di Linguaglossa si costituisca in Sezione, acclamando presidente Carmelo Greco.

Scaduto il biennio 1955-57, dall’ 11 al 13 maggio si svolgono nuove elezioni, che confermano ancora Umberto Franzina alla presidenza, con:

  • vicepresidente: dott. Federico Scuto
  • consiglieri: rev. prof Antonino Di Stefano cap. Carlo Condarelli, sig. Domenico Sapienza sig. Gustavo De Laurentis
  • segretario: sig. Maurizio Matano
  • direttore Sci C.A.I. femminile: Ena D’Amico
  • direttore S.U.C.A.I.: geom. Antonino Corsaro
  • revisore dei conti: rag. Giuseppe La Rosa

Il successivo 24 luglio il Tribunale di Catania dichiara improponibile la citazione di Malerba a Franzina relativa ai diritti di voto del socio delle Sottosezioni nelle Assemblee Sezionali, agli effetti del Computo dei Delegati all’Assemblea Nazionale. Nello stesso mese il Consiglio delibera di sciogliere la Sottosezione di Nicolosi. Intanto il Presidente Generale Ardeni Morini scrive a Franzina congratulandosi per la vittoria in giudizio, ma ammonendolo: Il suo legale dovrebbe però leggere attentamente il volumetto ″Passato, presente e futuro nella legislazione del C.A.I.″, per rendersi conto dei pericoli che potrebbero aspettarlo in appello. Il 16 dicembre 1957 il Consiglio Centrale delibera lo scioglimento della Sottosezione di Nicolosi per morosità e inattività. Si chiude così per la terza volta, la vicenda della Sottosezione, che questa volta ha avuto vita proprio breve: appena due anni e mezzo.

52 – Un’altra disgrazia

L’8 marzo 1958, durante i preparativi per la realizzazione del X Trofeo dell’Etna, scompare il socio e studente Turi Agresta. Egli deve raggiungere l’Osservatorio, procedendo a fatica sulla neve, quando viene colto dalla tormenta. Cerca di seguire i pali della corrente elettrica, ma si sbaglia e supera l’Osservatorio, dove sono ricoverati la guida Giovanni Carbonaro ed altri sciatori e si perde nel nulla. La sua salma verrà ritrovata dopo oltre sei anni, il 20 settembre 1964 a quota 2.450 sul versante di Bronte, da un pastore di nome Meli. La Sezione catanese del C.A.I. aprirà una sottoscrizione fra i soci per costruire un monumentino che ricordi l’amico scomparso. Il monumento verrà inaugurato il 13 ottobre successivo.

La scomparsa di Turi Agresta comporta per il presidente Franzina il coinvolgimento in un giudizio legale per le sue responsabilità indirette, come rappresentante legale della Sezione. E’ la goccia che fa traboccare il vaso: al timone da 9 anni e mezzo, con la vicenda Friedrich alle spalle, e le polemiche con le due Sottosezioni e con il gruppo di sciatori dello Sci Club Monti Rossi, Franzina getta la spugna. Non si ricandida ed il 14 gennaio 1959 il suo vice Federico Scuto viene eletto presidente, nell’intento di proseguire, con rinnovate energie, la politica del predecessore. Ma appunto questa pesante eredità limita le possibilità di Scuto, che non si trova neppure nelle condizioni di controllare i movimenti di cassa della Sezione e lascia la carica non raggiungendo neanche un anno di presidenza.

53 – Paolo Fontana di nuovo Presidente

Paolo Fontana era già stato presidente, per un solo anno, dal febbraio 1946 al maggio 1947. Erano gli anni della fronda degli sciatori al vecchio presidente Vadalà Terranova. Ora l’atmosfera è cambiata: Fontana ha 44 anni. Nel luglio 1959, a seguito delle ultime elezioni che portano ad un Consiglio Direttivo di 7 componenti, riprende il timone della Sezione. Una targa posta all’interno del Rifugio Sapienza ricorda che sotto la sua presidenza, dopo circa 18 anni di ristrutturazioni e ampliamenti, l’edificio è finalmente completo.

Il suo Consiglio è così composto:

  • presidente: p.i. Paolo Fontana
  • vicepresidente: cav. Filippo Perciabosco
  • segretario: ing. Antonino Montalto
  • consiglieri: dott. Eugenio Gastaldi, geom. Antonino Corsaro, dott. Giuseppe Ronsisvalle, sig. Domenico Sapienza
  • revisori effettivi: dott. Aurelio Midulla, rag. Gianni Becherucci
  • revisori supplenti: sig. Vincenzo Pugliesi, sig. Sergio Bonaccorso
  • delegato alla Sede Centrale: barone Francesco Gaudioso

Tralasciando il confronto col Consiglio abortito di Federico Scuto, questa compagine è quasi del tutto nuova, rispetto a quella eletta nel 1957: soltanto Domenico Sapienza, il benefattore dell’omonimo rifugio, è presente in entrambi i Consigli. Fontana si ritrova per le mani i lavori del Rifugio Sapienza, affidati all’ing. Alfio Amantia, che prevedono l’imminente conclusione del 1° lotto (cioè della realizzazione dell’ala nuova di levante), mentre si deve cercare di mettere in cantiere il 2° lotto (la ristrutturazione dell’ala vecchia). Il suo compito viene aggravato dal fatto che il suo immediato predecessore, Federico Scuto, non è riuscito a dargli delle consegne con un corretto rendiconto economico. Quello che è certo è che vi sono sia passività per la costruzione del Rifugio, sia debiti derivanti dall’organizzazione dell’ultima edizione del Trofeo dell’Etna (la XI dell’inverno 1959), sia ancora debiti verso la proprietaria della ex sede, la storica via Bicocca 8, che si è dovuta lasciare nel marzo 1958, essendo giunti alla conclusione di un lungo fitto bloccato. Per qualche tempo la sede, modestissima, è in Via S. Euplio 64/0. Fontana eredita fastidi anche dal fatto che il gestore del Rifugio Sapienza, Clemente Maffei, succeduto a Vincenzino Barbagallo, che eroga un canone di L. 900.000 l’anno, non si rivela all’altezza del compito. Spinto dalle pressanti richieste delle agenzie turistiche, Fontana fa rapidamente apprestare due servizi igienici adiacenti alla Sala Ristorante.

Il Presidente ed il nuovo Consiglio cercano di riordinare l’attività in Sezione: la quota sociale viene fissata in L. 3.000 per i soci ordinari. Attesi i debiti ereditati dalla precedente gestione, si decide di soprassedere all’organizzazione dei XII Trofeo dell’Etna, quello che se sarebbe dovuto svolgere nel 1960. In pratica si decreta la fine del glorioso Trofeo, che da quel momento rimarrà, non più messo in palio, nei locali della Sezione, dove si trova ancor oggi. Si tratta di un’opera scultorea di non trascurabile qualità, montata su un pesante blocco di pietra lavica: in alcuni periodi amorevolmente lucidata, in altri abbandonata a se stessa.

Tra i soci che si propongono di organizzare l’attività in Sezione, vi sono Perciabosco, detto ″lo zio Pippo″, per le gite, Miceli per gli aspetti scientifici, Becherucci per lo sci. Vedremo però che l’attività andrà via via a spegnersi, come denuncerà pubblicamente lo stesso presidente Fontana, puntualmente, ad ogni Assemblea. Unica fonte di entrate extra dai soci, oltre quella delle quote sociali, sono i ″trattenimenti danzanti″, occasioni mondane organizzate presso alcuni locali pubblici cittadini.

Alla sua prima Assemblea (dicembre 1959) Fontana presenta un corpo sociale di 160 soci ordinari e 127 aggregati. Nel 1960 viene contattata la Società S.A.A.T., già conduttrice del Rifugio Marini, sulle Madonie, e, dopo laboriose trattative, le si affida la gestione del Sapienza per un canone ben maggiore di quello che versava Maffei.

Vengono ripresi i lavori al Rifugio e così il 26 novembre 1960 viene inaugurata l’ala di levante alla presenza dell’Arcivescovo di Catania Luigi. Bentivoglio e del prefetto dott. Pietro Rizzo. Il rinfresco è offerto dall’Ente Provinciale del Turismo, rappresentato dal presidente Enzo Grimaldi, principe di Nixima.

Rimangono adesso da cercare i fondi per il secondo lotto, che prevede lo sventramento del vecchio corpo di ponente, per raggiungere la conformazione definitiva prevista, con 100 posti letto.

Nell’aprile del 1961 si effettua un ultimo tentativo di far riprendere il Trofeo dell’Etna, cercando un finanziamento della Gazzetta dello Sport, ma senza esito. All’Assemblea dell’aprile 1961, Fontana propone di incrementare da sette a nove il numero di Consiglieri, nella speranza di avere una partecipazione più corposa ai problemi della Sezione. Così, dalle successive elezioni del maggio 1961, esce dalle urne il seguente Consiglio:

  • presidente: p.i. Paolo Fontana
  • vicepresidente: ing. Antonino Montalto
  • segretario: cav. Filippo Perciabosco
  • consiglieri: avv. Salvatore Papale, sig. Corrado Papale, dott. Giuseppe Ronsisvalle, dott. Ruggero D’Amico Reitano, geom. Antonino Corsaro, dott. Rosario Tropea
  • revisori effettivi: rag. Giuseppe La Rosa, rag. Gianni Becherucci
  • revisori supplenti: sig. Vincenzo Pugliesi, ing. Francesco Malato
  • delegato alla Sede Centrale: barone Francesco Gaudioso

Fontana dedica energie, tempo e dedizione alla Sezione, e la aiuta con rilevanti interventi finanziari personali, ma con la sua presidenza continua il declino dell’attività, freddamente testimoniata dal numero di soci:

  • 1960 soci ordinari 140 soci aggregati 111
  • 1961 soci ordinari 141 soci aggregati 123
  • 1962 soci ordinari 123 soci aggregati 96
  • 1964 soci ordinari 105 soci aggregati 80

Si continuano a fare soci dell’E.S.C.A.I. (Escursionismo scolastico del C.A.I.), un gruppo equivalente a quella che sarà negli anni ′90 la Commissione per l’Alpinismo Giovanile, ma gli affiliati sono pochi e l’attività pressochè nulla. Anche lo Sci C.A.I. presenta magri risultati agonistici. Lo ammette lo stesso Gianni Becherucci che si consola affermando che resta la chiara realtà di un rifugio quasi ultimato.

Nel nuovo Consiglio Direttivo è entrato l’avv. Salvatore Papale, Sindaco di Catania, e ciò faciliterà il compito di cercare sussidi presso gli Enti Pubblici per completare il Rifugio Sapienza. Ma le lentezze burocratiche vincono anche le energie del Sindaco socio, che informa di un contributo di 5.000.000 nel 1961, contributo che di fatto sarà incassato soltanto due anni dopo. Sulla base di questa speranza e di un sussidio di L. 1.000.000 concesso dalla Camera di Commercio, Fontana da il via ai lavori del 2° lotto, cioè dell’ala di ponente, che prevede una spesa di L. 65.000.000, di cui disponibili soltanto 27.000.000.

Si discute della Convenzione fra Università e C.A.I. per i locali dell’Osservatorio adibiti a Rifugio Alpino e si ventila la possibilità che l’Università conceda l’intero edificio per uso di rifugio. In ogni caso nel maggio del 1964 il Rifugio Cagni è in ancora gestione a Vincenzino Barbagallo e viene pubblicizzato come dotato di 24 cuccette, impianto di riscaldamento a termosifone, acqua corrente calda e fredda.

Una vicenda penosa si verifica a proposito di una Monografia sull’Etna, che dovrebbe essere realizzata per partecipare ai festeggiamenti per i 100 anni del Club Alpino Italiano, che ricorrono nel 1963. Viene incaricato del suo coordinamento il giudice Miceli, il quale chiede dei contributi scritti ai professori Alfredo Rittmann, Valerio Giacomini, Marcello La Greca, Salvatore Cucuzza Silvestri, Franco Boggio Lera, al meteorologo Filippo Affronti, mentre egli stesso scrive un pezzo sulla Toponomastica dell’Etna. Molti componenti consegnano il loro lavoro. Qualcuno si tira indietro. La Monografia non vedrà mai la luce.

Salta l’Assemblea di metà 1962 per la mancata compilazione dei bilanci e a quella del 22 maggio 1963, svoltasi nella bella sede di Viale Regina Margherita 10, partecipano soltanto 32 soci. Le finanze continuano ad essere deficitarie e Fontana propone di cercare una sede più economica.

Per scadenza del biennio si torna alle urne e nel giugno 1963, il Consiglio Direttivo è così costituito:

  • presidente: p.i. Paolo Fontana
  • vicepresidente: ing. Antonino Montalto
  • segretario: geom. Santi Maccarrone
  • consiglieri: cav. Filippo Perciabosco, avv. Salvatore Papale, prof Franco Boggio Lera, dott. Giuseppe Ronsisvalle, arch. Francesco Marchese, geom. Antonino Corsaro
  • revisori effettivi: rag. Giuseppe La Rosa, sig. Domenico Grimaldi
  • revisore supplente: sig. Vincenzo Pugliesi
  • delegato alla Sede Centrale: barone Francesco Gaudioso

Nell’ottobre 1964 il Consiglio copre le spese dei funerali del povero Turi Agresta, la cui salma è stata finalmente ritrovata sul versante di Bronte, mentre si esonera il gestore Peppino Strano dalla custodia del Rifugio Citelli. Anche la Società S.A.A.T. non si rivela soddisfacente nella gestione del Rifugio Sapienza ed il Consiglio decide di chiudere i rapporti con essa. Saltata anche l’Assemblea Ordinaria di metà ′64, il 18 marzo 1965, davanti a soli 13 convenuti, se ne svolge una unica per i Consuntivi 1963 e 1964 e per il preventivo 1965, dove Fontana ribadisce il suo giudizio negativo sull’attività sociale. Con le conseguenti elezioni, nell’aprile 1965, il Consiglio Direttivo subisce il seguente rimpasto:

  • presidente: p.i. Paolo Fontana
  • vicepresidente: ing. Antonino Montalto
  • segretario: sig. Diego Cosentino
  • consiglieri: avv. Salvatore Papale, cav. Filippo Perciabosco, dott. Giuseppe Ronsisvalle, sig. Corrado Papale, ing. Alfio Amantia, rag. Giuseppe La Rosa
  • revisori effettivi: sig. Carmelo Sciacco, ing. Oliviero Scuto
  • delegato alla Sede Centrale: ing. Francesco Malato