La montagnaterapia si pone l’obiettivo della promozione di quei processi evolutivi legati alle dimensioni potenzialmente trasformative della montagna: si attua prevalentemente nella dimensione di piccoli gruppi (3-12 persone) in attività che mirano a favorire l’incremento della salute e del benessere in generale. Per raggiungere gli obiettivi prefissati, gli interventi socio-sanitari si integrano con le conoscenze culturali e tecniche proprie della frequentazione della montagna in sicurezza, in un lavoro di equipe pianificato e condotto in sinergia.

«Con il termine di Montagnaterapia si intende un originale approccio metodologico a carattere terapeutico-riabilitativo e/o socio educativo finalizzato alla prevenzione secondaria, alla cura e alla riabilitazione di individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità, attuato attraverso il lavoro sulle dinamiche di gruppo, nell’ambiente culturale, naturale e artificiale della montagna. Le attività di Montagnaterapia vengono progettate ed attuate prevalentemente nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, o in contesti socio-sanitari accreditati, con la fondamentale collaborazione del Club Alpino Italiano (che ne riconosce ufficialmente le finalità e l’Organizzazione Nazionale), e di altri Enti o Associazioni (accreditate) del settore». (AMI, 2009)

Le prime esperienze di montagnaterapia in Europa risalgono agli anni ’80 in Belgio e Francia e agli anni ’90 in Italia, grazie alla collaborazione tra sodalizi di montagna, aziende sanitarie e organizzazioni non profit. In Italia sono ormai centinaia le esperienze rivolte a ipovedenti, a persone con disturbi psichici, a portatori di handicap o disabilità fisiche, a bambini in difficoltà, a marginali, persone dipendenti da sostanze, a portatori di patologie specifiche come quelle cardiologiche, oncologiche, ortopediche.

Tanti i progetti sviluppati in cui emerge l’anima solidale del Cai,i cui soci traducono concretamente gli alti valori umani dell’Alpinismo, l’impegno, la capacità di accettazione degli altri, la dedizione e riescono a trasmettere l’amore e la passione per la montagna.

Tante le iniziative d’inclusione e accoglienza organizzate nelle sezioni italiane. Altrettanti i convegni e gli appuntamenti destinati all’approfondimento e allo studio. Ogni due anni operatori professionali dei vari servizi, soci e rappresentanti del Cai si incontrano in un Convegno nazionale di montagnaterapia per condividere esperienze, competenze e risultati delle proprie attività.

Recentemente la montagnaterapia è stata oggetto di tesi di laurea in infermieristica, riabilitazione psichiatrica, medicina, antropologia, psichiatria, scienze dell’educazione.

Di questo tema si è parlato anche al Festival nazionale del volontariato 2018 organizzato a Lucca dal Centro nazionale per il volontariato, con un evento organizzato dal Cai dal titolo “Montagnaterapia, tra cura e inclusione”.