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L’Altavia sciescursionisticarian Adriano Perissinotto” è un percorso che collega in cinque tappe, sci ai piedi, la località di Barcis al Rifugio Carota in Alpago, attraversando il Cansiglio. E’ dedicata all’istruttore della nostra sezione Adriano Perissinotto che ci ha lasciati sul Monte Bianco nel luglio del 1987. A causa dell’evoluzione tecnica dello sciescursionismo questo percorso non era più frequentato. E’ stato il desiderio di mantenere vivo il ricordo di Adriano che ha spinto i nostri istruttori Paolo Pedrocchi e Francesco Bardellotto a percorrere l’altavia, ed il mezzo più adeguato si è rivelato essere l’MTB. L’impresa ha richiesto un anno di lavoro ricognitivo. Il 26 luglio 2015 l’altavia è stata interamente percorsa dai nostri istruttori in un’unica giornata. La riscoperta di questo itinerario apre a molteplici possibilità di percorrenza in una o più tappe, con modalità trail, estivo o invernale, a piedi, MTB, fat-bike, ciaspe …A breve la pubblicazione delle tracce GPS, della descrizione e dei punti di appoggio. Intanto potete leggere il racconto dei protagonisti in questa pagina.


“Sulle tracce di Adriano”

… che dire, era un po’ di tempo che ci pensavamo: volevamo che si tornasse a parlare dell’Altavia Sciecursonistica “Adriano Perissinotto”. Percorrerla con gli sci da scialpinismo (nostra grande passione) è stato il primo pensiero, subito abbandonato poiché il percorso poco si presta a questa attività. La nostra passione per l’MTB ci ha portati a scegliere di provarci in bici nel periodo estivo.
Durante l’uscita del corso di scialpinismo che partiva da Malga Cate, Marco, allievo del corso e figlio di Adriano, alla vista della targa sulla malga che identifica l’altavia dedicata al padre, ci ha sollecitato con mille domande sulla realizzazione dell’opera. E’ stato come premere il piede sull’acelleratore!

Abbiamo dedicato parecchie giornate a verificare il percorso, carta e relazione alla mano, annotare i bivi e deviazioni, dopo esserci anche persi …  Con il tempo le cose cambiano, ed era necessario avere la certezza della percorribilità in MTB di ogni singolo tratto.

L’altavia si articola in cinque tappe, dal lago di Barcis al rifugio Carota raggiungendo Piancavallo, il Cansiglio ed attraversando l’Alpago. La nostra idea è quella di percorrerla in un’unica giornata, in sella ad una MTB.

Scegliamo la data del 26 luglio, informiamo la famiglia di Adriano, il consiglio della sezione, il gruppo di sciescursionismo e di cicloescursionismo: tutti accolgono con entusiasmo il nostro progetto. Organizziamo il supporto logistico, l’assistenza meccanica (non sia mai che rompiamo qualcosa proprio oggi!) con l’aiuto di alcuni soci.

All’alba del 26 luglio, un’alba fresca e luminosa dopo una notte di pioggia incessante che ha rischiato di farci desistere dall’impresa, prende il via alle 6:20 da Barcis la nostra avventura sulle tracce di Adriano.

Il primo tratto che ci porta a Piancavallo, è quello più impegnativo a causa della pendenza del tracciato, perciò lo affrontiamo con calma. Lo raggiungiamo, piccola pausa di ristoro e ripartiamo.

La seconda frazione ci porta alla Crosetta: in questo tratto aumentiamo un po’ il ritmo, l’ambiente è conosciuto ed è proprio qui che abbiamo appuntamento, oltre che con la macchina di appoggio, con  la mia famiglia (mia moglie Costantina e le gemelle Martina e Matilde). Baci, abbracci, barrette e borracce, dai, ripartiamo che non siamo ancora a metà percorso …

Raggiungiamo il Pizzoc attraverso Cadolten, siamo un po’ affaticati ed abbiamo bisogno di una pausa più lunga; un paio di panini ed il supporto degli amici ci fanno ripartire con rinnovata energia.

La spalla del Pizzoc verso Mezzomiglio non è troppo ripida, una gradevole discesa ci riporta ora in Cansiglio, a Campon, dove l’assistenza si accerta che tutto sia in ordine. Il prossimo appuntamento è a Malga Cate, all’inizio della Val Salattis. La raggiungiamo attraverso Pian Rosada, Col Indes …. le pendici del Guslon, che ben frequentiamo in inverno. A Malga Cate il drappello dei supporter è sempre più folto, si accende in noi l’entusiasmo per la consapevolezza che la nostra impresa sta per essere realizzata.

Riprendiamo a pedalare dapprima su una rampa sufficientemente dura per le nostre gambe che mulinano già da un po’, poi agevoli saliscendi sterrati ci portano a Casera Crosetta sotto il Crep Nudo, e successivamente  a Casera Scalet Bassa ai piedi del Col Nudo. Mancano una manciata di chilometri quando incontriamo il gruppetto di amici, che decidono di accompagnarci in quest’ultimo tratto: ma prima cambiamo maglietta, vogliamo arrivare con la divisa del gruppo tenuta nello zaino!

Questi pochi chilometri li percorriamo in relax, chiaccherando e scambiandoci impressioni su questa avventura. Ecco l’arrivo, l’accoglienza è festosa, che gioia vedere la famiglia di Adriano e soprattutto Pierina. Uno sguardo al GPS: i chilometri sono 105 e l’ascesa totale 3.950 mt!!

“Sulle tracce della lepre”, l’appellattivo del percorso alla sua inaugurazione, si è trasformato in modo naturale in “sulle tracce di Adriano”: l’istruttore, ma soprattutto l’amico che ha lasciato il segno in molti di noi e che anche oggi ci ha accompagnato in questa nostra fatica in bici a lui dedicata.

Paolo e Francesco