Breve storia dei Rifugi del Club Alpino Italiano di Rieti

Compito del CAI, allora come oggi, è mantenere in efficienza rifugi e bivacchi fissi secondo un regolamento generale che uniforma caratteristiche, gestione e prezzi a livello nazionale. I rifugi di montagna costituiscono un presidio territoriale che può essere un punto di sosta intermedia per arrivare in vetta, oppure una meta nella quale vivere, in un contesto unico nel suo genere, il piacere del tempo e del pasto differenti da quelli vissuti solitamente in città.

Secondo il CAI il rifugio si differenzia da altre strutture ricettive e deve restare nello spirito e nella sostanza una semplice ma comoda base di appoggio e di socializzazione per tutte le attività alpinistiche ed escursionistiche, con particolare riguardo alla frequentazione consapevole, responsabile e rispettosa sotto il profilo ambientale del territorio montano, a qualsiasi quota i rifugi si trovino.

Quindi anche i rifugi svolgono servizi e un ruolo di pubblico interesse per la sicurezza, per un servizio informativo delle montagne di pertinenza e per la promozione pubblica di un modello sostenibile di frequentazione delle Terre Alte (protezione della natura e degli ecosistemi).

Il CAI detiene sul territorio nazionale 310 rifugi custoditi, 65 rifugi incustoditi, 247 bivacchi, 88 capanne sociali, 10 punti d’appoggio, 1 ricovero d’emergenza per un totale di 722 strutture (fonte: Unico Rifugi CAI 2.0).

 

I rifugi del CAI di Rieti

I rifugi del CAI di Rieti, presidi di cultura di montagna (dal 2018 nella rete nazionale di valorizzazione CAI «Rifugi e dintorni») si trovano sul Monte Terminillo, entrambi in quota: il piccolo  Rifugio Rinaldi (2.108 mt.) sulla cima del Terminilletto è raggiungibile soltanto tramite un sentiero ed è aperto soltanto nella stagione estiva, mentre il  Rifugio Sebastiani (1.820 mt.), più grande e aperto tutto l’anno, si può raggiungere attraverso la strada turistica per la Vallonina.

Ambedue sono stati ristrutturati, hanno ambienti accoglienti arredati in stile alpino e da essi si godono panorami mozzafiato differenti: dalla terrazza del Rinaldi, si ha un colpo d’occhio dall’alto sulla valle e sui Sibillini, sui Monti della Laga, Gran Sasso, Maiella e Monte Velino; dal Sebastiani invece, dal basso lo sguardo sale verso Est sui crinali e sullo skyline del Massiccio del Terminillo. Una pace insolita li caratterizza perché privi di inquinamento acustico e luminoso.

 

rif rinaldiIl Rifugio Rinaldi (2.108 mt.) (Comune di Micigliano, RI) è dedicato a Massimo Rinaldi (1869-1941), missionario scalabriniano in Brasile e vescovo della diocesi reatina dal 1924; lo chiamavano «vescovo-scarpone» perché, essendo un appassionato di montagna, compiva per lo più a piedi o a dorso di mulo le sue frequenti visite pastorali nella diocesi. I suoi discendenti, i nipoti Domenico Rinaldi (1905-1978) e Alberto Rinaldi (1908-1995) erano fratelli molto appassionati di montagna e Presidenti della sezione del CAI di Rieti.

Il rifugio Rinaldi, molto importante dal punto di vista storico, è stato ricostruito nel 1966 sulle macerie dell’antico rifugio Re Umberto I e inaugurato nel 1969 (cfr I rifugi di ieri). Ristrutturato nel 2008, vista la sua posizione impervia e dominante sulla valle, nella parte meno visibile del fabbricato sono state installate alcune antenne di pubblica utilità. Il Rifugio Rinaldi dal 2023 è stato inserito nella rete nazionale del progetto CNR-CAI «Rifugi sentinella del clima e dell’ambiente» per ottenere un quadro aggiornato sullo stato del clima e dell’ambiente delle montagne, essendo un «hot spot» climatico: l’aumento delle temperature in montagna si manifesta in misura quasi doppia rispetto alla scala globale.

I rifugisti del Rinaldi sono stati: Pietro Lenti, Valerio Vecchiarelli, Rocco Venditti, Pietro Ratti (per quasi 25 anni) e attualmente Emanuele Ludovisi.

 

rif sebastianiIl Rifugio Sebastiani (1.820 mt.) a Sella di Leonessa (Comune di Micigliano, RI), intitolato ad Angelo Sebastiani, uno dei più talentuosi sciatori del CAI reatino, è stato inaugurato nel 1961 e successivamente ampliato e ristrutturato (2008).

Situato nel versante Nord-est del Terminillo, che già negli anni Trenta veniva giudicato zona di grande rilevanza ambientale, assimilabile a certi picchi dolomitici, è meta ambita da tutti gli appassionati. Da qui si dipartono tutte le attività in montagna (gare sportive, escursionismo, arrampicata, sci-alpinismo, ciaspolate), le esercitazioni del soccorso alpino (è sede della Scuola Regionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), e diverse iniziative turistiche e corsi di formazione; tra le manifestazioni che hanno accolto un vasto pubblico si citano la tradizionale Festa della Transumanza, le iniziative del Soccorso Alpino e quelle di cultura della sezione del CAI, le perlustrazioni del cielo compiute dall’Associazione Sabina Astrofili, che ha eletto il rifugio con il suo ideale contesto quale luogo deputato per le proprie osservazioni.

I rifugisti del Sebastiani sono stati: Giuseppe Bonitti, Monique Heldens, Maria D’Antoni Munalli, Alessandra Carosi, Amero Carosi, Adriana Girolami, Fausto Lenti, Enrico Ferri e Franco Scappa, Pietro Antonelli, Maurizio Sola (per 12 anni), Marco Valeri e attualmente Emanuele Ludovisi.

 

I Rifugi di ieri

Rifugio Umberto I (anno 1905)

Il rifugio Re Umberto I fu il primo rifugio alpino costruito sul Monte Terminillo per impulso della sezione di Roma del CAI. Nel 1900 si realizzo’ il prefabbricato in legno, rivestito poi in pietra e presentato ufficialmente all’Esposizione Internazionale di Parigi, ottenendo la medaglia d’oro. Nel 1901 la struttura venne montata sulla cima del Terminilletto. Caduto in rovina durante la guerra, e’ stato ricostruito tra il 1966 e il 1969 nelle sue forme originarie e dedicato a Massimo Rinaldi.

Capanna Trebiani (anno 1956)

La Capanna Trebiani nacque dall’esigenza di costruire un semplice ostello in tronchi di legno a Pian de’ Valli (1610 mt.), comodo di ristoro per i primi sciatori del Terminillo che non se la sentivano di osare la salita sino al rifugio Umberto I. Inaugurata nel 1930, la capanna e’ intitolata alla memoria del reatino Innocenzo Trebiani, medaglia d’oro nella prima guerra mondiale. Tra le tante memorie dei visitatori, storica e’ nel 1933 la visita inattesa di Mussolini, il quale incoraggio’ nei loro progetti i giovani soci dello Sci Club facendo dono al CAI di 500 lire.

Il rifugio Citta’ di Rieti fu creato su impulso di Alberto Rinaldi, riadattando il vecchio prefabbricato che la Ditta Pater di Milano aveva regalato a Mussolini. Collocato a Terminillo la’ dove oggi sorge “il Villaggio” residenziale, tra Pian de’ Valli e Campo Forogna, non era un vero e proprio rifugio ma un punto d’appoggio. Ceduto dal Comune di Rieti al CAI, il rifugio fu utilizzato dalla fine del ’48 e piu’ tardi dismesso. Grazie alla vendita dell’area si e’ potuto poi dare inizio nel 1959 alla costruzione del rifugio Angelo Sebastiani.