Nelle aree interne e di montagna si gioca il futuro della biodiversità dell’Italia e dell’Europa. La necessità di prendersi cura di questi territori – delicati, ricchi di potenzialità ma minacciati da un modello di sviluppo estrattivo – dipende dalla capacità di fare scelte lungimiranti e di sostenerle con investimenti mirati, declinando su scala locale gli obiettivi globali dell’Agenda 2030

L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, di cui fa parte anche il Club alpino italiano, pubblica oggi un nuovo position paper intitolato “Le aree interne e la montagna per lo sviluppo sostenibile”. Lo studio mette in evidenza scenari e proposte tramite cui si affermano i principi della sostenibilità nella programmazione economica e sociale delle aree interne e di montagna in Italia, analizzando le esperienze degli ultimi anni ed evidenziando la necessità di dotarsi di un’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna elaborata dal CIPESS, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile presso la presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il position paper auspica ci sia una programmazione adeguata, coordinata dalle istituzioni governative e attuata ai diversi livelli dalle amministrazioni locali e dalle agenzie pubbliche, che sappia declinarsi sui territori rispettandone le diversità, integrandosi con le specificità geografiche, economiche, sociali e culturali. Un approccio che sia coerente e dia profondità a quanto già realizzato, in primis dalla Strategia nazionale per le aree interne – Snai 2014-2020 per la quale purtroppo sono stati spesi solo il 5,1% dei 279 milioni di euro previsti, ipotizzando meccanismi per renderla maggiormente efficace.

L’auspicio passa dalla messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza – Pnrr e dal rafforzamento della Strategia nazionale delle Green community, finalizzata ad affrontare le disuguaglianze, nonché dall’approvazione dell’annunciata legge-quadro sulla montagna. Per coordinare queste diverse iniziative è necessaria l’Agenda proposta nel documento.

“Dobbiamo costruire un nuovo patto tra la montagna e le città, non solo per ridurre le disuguaglianze ma anche per preservare la biodiversità delle aree interne, condizione fondamentale per garantire l’esistenza dei servizi ecosistemici, alla base del nostro benessere” afferma Erminio Quartiani, rappresentate Club Alpino Italiano – Cai nell’ASviS e moderatore con Elena Torri del sottogruppo “Aree interne e montagna” del gruppo di lavoro sul Goal 11 dell’ASviS “Città e comunità sostenibili” che ha curato l’elaborazione del position paper. Per Quartiani “Gli interventi da realizzare con le grandi risorse in arrivo devono essere attuati alla luce di un coordinamento centrale da parte del CIPESS ma devono allo stesso tempo perseguire modelli di sviluppo non centralistici, basati sull’autogoverno delle comunità locali”.
“Per intervenire adeguatamente dobbiamo tenere in considerazione la complessità dei parametri che definiscono le aree interne. Non solo la distanza dai servizi essenziali per i cittadini ma anche i fattori climatici, biografici e fisiografici – sostiene Elena Torri, stakeholder engagement per Fondazione Unipolis – Come emerge dalle proposte del position paper serve una maggiore connessione tra le diverse strategie adottate finora, dalla Snai alle Green Community, e l’attenzione a valutarne i passi avanti anche alla luce degli obiettivi e dei target dell’Agenda 2030, concretizzando i principi di sostenibilità, equità e giustizia sociale”.

Con questa pubblicazione il dibattito promosso dall’ASviS sull’attuazione dell’Agenda 2030 nei territori si arricchisce di nuove proposte che mettono l’accento sull’esigenza di “rendere le aree interne e le montagne più vivibili e attraenti, specialmente per i giovani. Territori da non abbandonare ma verso cui trasferirsi, snodi fondamentali di una transizione economica, sociale e soprattutto culturale imperniata sulla ricerca di nuovi modi di concepire il benessere” sostiene Walter Vitali che, con Silvia Brini, coordina il gruppo di lavoro sul Goal 11 per l’ASviS.