1933: La costituzione della Sezione CAI di Camerinoilcaidicamerino web

La Sezione CAI di Camerino è stata fondata nel 1933, ha avuto come suo primo presidente Agesilao Claudi ed è stata la terza Sezione istituita nelle Marche. Ovviamente, come ricorda Francesco Claudi, le attività di promozione e organizzazione sono iniziate nel 1932.  

Il primo documento ufficiale della Sezione è un Registro delle entrate e uscite del 1934 in cui sono riportati i primi soci iscritti alla Sezione. Tra le spese indicate appare interessante quella del 23 maggio per la “Spedizione di manoscritti alla Sede Centrale”, che con molta probabilità riguarda l’invio dell’Atto costitutivo della Sezione. Atto che è andato perso forse anche a causa dei tanti traslochi della Sezione e per le probabili vicissitudini storiche di un periodo non certo roseo come quello della Seconda guerra mondiale. Gli stessi archivi della Sede Centrale risultano danneggiati a causa dei bombardamenti di quell’infelice periodo.

 

1933-1960: Spirito relazionale 

Questo è un periodo storico cupo per Camerino, per le Marche e per l’Italia. Un periodo in cui esprimere il proprio pensiero o realizzare liberamente i propri sogni non era poi così semplice: vuoi per il basso tenore di vita dei più, e vuoi per il regime fascista che aveva pervaso il vissuto quotidiano delle persone, negando tutte le libertà.

In questo contesto politicamente e culturalmente opprimente i fondatori del sodalizio sono stati motivati dal desiderio di sentirsi liberi di andare in montagna e di esprimere il loro essere persone semplici, dai giusti valori morali. Uomini, che con i pantaloni alla zuava, con i maglioni fatti a mano e le scarpe chiodate, sentivano solo il senso prevalente, libero da ogni costrizione, dell’andare insieme in montagna e godere dei tramonti e dell’aria pulita e della fatica delle ascese e delle escursioni. 

Il Sodalizio non si ferma a godere privatamente delle bellezze degli Appennini, ma si impegna da subito a promuovere il territorio in senso turistico

Nel 1950, la Rivista mensile del CAI in un trafiletto mette in rilievo che lo sport sciistico camerte aveva visto un notevole afflusso di nuovi partecipanti alle manifestazioni: “Ogni domenica numerose comitive di sciatori ed amanti della montagna vengono trasportate con modernissimi autopullman sugli incantevoli campi di neve di Bolognola (m. 1070), la reginetta dei Monti Sibillini”.

Nel 1954, le attività escursioniste e culturali, estive e invernali, sono accompagnate da attività di promozione dei Monti Sibillini (in particolare Bolognola e Sarnano); mostre fotografiche, escursione sciistica a Bolognola e al Monte Bove. Sempre nel 1954, in Assemblea, Franco Castelli sottolinea l’importanza del non trascurare l’attività di incremento turistico sportivo dei Monti Sibillini, in particolare di Bolognola, sollecitando la presenza di un servizio automobilistico domenicale Camerino-Bolognola. 

Inoltre, con un’attenzione (ante litteram) sull’escursionismo giovanile, l’Assemblea propone di mettere in programma “numerose gite onde permettere ai giovani di conoscere sempre più le nostre montagne” e si inizia a riflettere sull’apertura di una sottoSezione CAI a Ussita.

Il presidente Pietro Marmili, sottolineando il particolare impegno della Sezione per “l’incremento e lo sviluppo turistico della nostra zona montana” e ricordando il Primo convegno della montagna tenutosi a Bolognola, il 21 ottobre 1954, presenta una relazione sulle numerose escursioni di quell’anno, grazie alla collaborazione con l’associazione turistica Pro Camerino e della Guida M. Tonnarelli.

 

1961-1970: Un periodo intenso

In un articolo di giornale (senza intestazione, firma e data) dal titolo “Camerino. Relazione sull’attività svolta nell’anno 1964” emerge l’impeto dell’attività del sodalizio camerte.

Riportiamo l’apertura dell’articolo per la sua capacità di farci immaginare di essere lì con loro a condividere le tante attività: “Il 1964 è stato per la Sezione di Camerino, un anno denso di nuove iniziative. Scopo principale della nostra attività è stato quello di ampliare la ristretta cerchia degli appassionati della montagna, accogliere nel nostro ambiente alpinistico nuovi elementi e soprattutto i giovani. Ci siamo inoltre preoccupati di preparare i nuovi iscritti organizzando corsi di roccia e di ginnastica presciistica e con ciò abbiamo voluto rivolgerci verso quei giovani che avevano dimostrato una certa simpatia per l’ambiente alpinistico e verso coloro che, pur sprovvisti di qualsiasi cognizione tecnica, avevano cominciato ad andare in montagna. Abbiamo svolto la nostra propaganda in modo da attivare nel nostro ambiente nuove e vive forze, tali da poter incrementare l’organizzazione della nostra Sezione”.

L’articolo prosegue illustrando le attività svolte alla Palestra di roccia di Gelagna (Monte Igno) grazie all’interessamento della Guida e Istruttore Sergio Macciò di Jesi. Personaggio che parteciperà attivamente alle attività alpinistiche della Sezione. Tanto che alcuni anni dopo, nel 1970, in un verbale di assemblea verrà ringraziato per l’interessamento riservato alle attività della Sezione camerte. 

Nello stesso anno (settembre 1964) la Sezione partecipa con due squadre (una maschile e una femminile) al Trofeo Zilioli, gara podistica sul Monte Vettore. La squadra femminile (nel percorso Forca di Presta, rifugio Zilioli, Cima del Vettore e ritorno), composta da Laura ed Anna Francalancia, tra entusiasmo e commozione, porta a casa la coppa del primo premio. 

 

Per le attività giovanili il Sodalizio impegnerà, nel 1965, 40.000 lire e altri fondi per finanziare la ginnastica presciistica; oltre all’organizzazione di escursioni estive per i giovani e uscite in tenda (dette “attendamenti”).

Siamo nel periodo in cui si intensifica la frequentazione in montagna e di conseguenza gli incidenti, così il CAI, sempre attento al benessere delle persone e alla loro sicurezza, apre una Stazione di Soccorso Alpino (il cui referente sarà Francesco Claudi). Ancora per la sicurezza verrà organizzato un corso per istruttori di roccia a Frontignano (il comune di Camerino donerà per questa attività 50.000 lire). Anche la Rivista mensile del CAI (1967) ricorda che le sezioni di Camerino, Jesi e Fabriano in linea con le tante attività delle sezioni italiane organizzano manifestazioni e corsi per Sci alpinistico e avvicinamento alla montagna. 

Ma non manca l’impegno culturale e scientifico, così il CAI con Daniele Scalla parteciperà al Convegno del CAI in Lussemburgo (contribuendo alle spese con 30.000 lire); nel 1966 lo stesso socio partecipa alla Riunione internazionale dei giovani delle Associazioni alpinistiche come membro dell’U.I.A.A. (Unione Internazionale Associazione Alpinisti) svoltasi a Berdorf in Lussemburgo. 

Dalla metà degli anni ’60 inizia il periodo delle gare podistiche. Camerino parteciperà nel 1966 al Raduno femminile del Gran Sasso; e in occasione del 78° Congresso nazionale del CAI, svolto ad Aosta, aderirà alle attività agonistiche e culturali.

Gli anni Sessanta si chiudono con l’istituzione (nel 1969) della SottoSezione di Visso.

In questi anni spicca la figura dell’avv. Giuseppe Sartori, Presidente onorario della Sezione. Da un verbale di Assemblea si può leggere: “il quale oltrecchè ad onorare da tempo con la sua passione per la montagna, la sua personalità, il suo continuo interessamento, la nostra associazione ha voluto costituire decisiva molla ed esempio di risveglio del sodalizio incitando i soci alla ripresa dell’attività e impegnandosi, personalmente parlando con alcuni soci del CAI di Camerino a reperire i fondi per la costruzione di un nostro rifugio in località Forcella della Neve da dedicare alla memoria del Ten. Delio Bileggi”.;  

 

1971-1980:  Diversificazione delle attività e alpinismo giovanile

Il decennio degli anni ’70 è stato caratterizzato dalla diversificazione delle attività socio-alpinistiche e dall’attenzione riservata ai giovani. Già, nel verbale dell’Assemblea Generale del 21 ottobre 1971 i punti all’ordine del giorno che mostrano l’impegno a intensificare le attività culturali ed escursionistico-formative del sodalizio sono: “3) Costituzione di delegazioni per quanto riguarda: rocciatori, Escursioni estive domenicali, Segreteria, Campeggi giovanili, Gruppo marciatori, Organizzazione di pullman domenicali della neve; Filmini escursionistici didattici, Pro protezione della natura; 4) Costruzione di un rifugio alla memoria del Ten. Bileggi; 5) Riattivazione della sottoSezione di Visso.  Sergio Macciò viene indicato come referente per le proiezioni istruttive di diapositive sulla Ande”. Riguardo il punto 5) nonostante che nel 1972 venga riattivata la sottoSezione questa nel 1978 verrà sciolta definitivamente per inattività.

In questi anni, forse anche per le aumentate attività intraprese, sembra emergere qualche conflittualità interna al Sodalizio ma che si risolvono grazie alla collaborazione dei soci. In questo decennio si affacciano nuovi presidenti come Daniele Scalla e Marcello Cavallaro che è ha partecipato attivamente, negli anni della sua presidenza, a tutte le riunioni dell’Assemblea Nazionale dei Delegati di Sezione.

Riguardo le attività della Sezione possiamo individuare alcuni importanti filoni: l’alpinismo giovanile, la partecipazione di alcuni soci a eventi culturali e scientifici sull’ambiente, la partecipazione del sodalizio a commissioni di tutela del territorio, la promozione turistica del territorio attraverso attività competitive.

Inoltre la presenza del CAI camerte va oltre i suoi confini territoriali e vede la collaborazione con l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, di Camerino, per accompagnare i turisti nelle zone montane e per coordinare iniziative di interesse per la promozione del territorio.  Anche l’Assessorato all’Urbanistica-Ambiente, della Regione Marche, chiederà al Comune di Camerino (e quindi al CAI) di collaborare alla realizzazione della Carta del Paesaggio Marchigiano.  Il CAI parteciperà al Convegno sul Parco dei Sibillini (del 27 maggio 1978) e riceverà dalla Camera di Commercio di Macerata 17.000 lire come contributo per redigere la “Carta dei sentieri dei Sibillini” (finanziata dalla Associazione della Protezione della Natura e redatta dall’Università di Camerino). Il CAI collabora ad uno studio sulla “Valorizzazione turistica e di assetto territoriale del Comprensorio dei Sibillini”.

Sempre a livello regionale, nel 1978, il sodalizio farà parte della Commissione Regionale per la Protezione della Natura Alpina, la quale riterrà opportuno predisporre un piano mediatico radiofonico e televisivo per divulgare la conoscenza dei Monti Sibillini e i pericoli connessi ad una frequentazione improvvisata della montagna, con interviste ai referenti sezionali (per Camerino se ne occuperà Francesco Claudi); sempre in ambito mediatico la Regione Marche chiede una collaborazione al programma in “multivisione” Vivere le Marche, prodotto dall’Ufficio Ambiente della stessa Regione.

Il Sodalizio si attiva anche con il Comitato Scientifico Centrale, con il coinvolgimento di Franco Pedrotti. Il Comitato, al fine di diffondere la promozione dell’educazione e della conoscenza della montagna, sollecita le sezioni a comunicare: attività convegnistiche, di studio o escursionistiche; notizie utili alla costituzione di un Catasto dei laghi di montagna, alla Revisione della toponomastica, alle questioni inerenti i Ghiacciai e le loro variazioni, e alla Vita dei montanari in montagna.

 

1991: La rinascita

Questo decennio è decisivo per la Sezione, lo possiamo definire l’anno della rinascita.

La Sezione di Camerino esce dagli anni ’80 un po’ sofferente di apatia. Le iniziative si sono diradate, le escursioni sono state rivolte ai soli pochi soci più affezionati e il numero degli iscritti è diminuito in modo preoccupante (nel 1990 ci saranno solo 10 iscritti). 

La Sezione rischia la chiusura.

Ma Camerino, lo sappiamo, è resiliente e anche in questa occasione non sono mancati soci e simpatizzanti che si sono rimboccati le maniche e hanno ridato fiato alla Sezione che oggi conosciamo. 

Tra i soci da ringraziare per il prezioso regalo che ci hanno fatto dobbiamo citare Torquato Sartori (la mente illuminata del Sodalizio) e gli altri magnifici sono: Giuseppe De Rosa, Tiberio Roscioni, Donatella Paggetti, Marco Maranci, Agesilao Claudi, Luciano Ponzi, Franco Castelli, Bruno Broglia, Arnaldo Ciani, Giovanni Lucchini, Carlo Francalancia. 

Come ricorda l’avv. Giuseppe De Rosa, che si è prodigato per supportare la riattivazione del sodalizio camerte, ad un certo punto sul finire degli anni ’80 sembrava che la Sezione si fosse spenta e questo aveva spronato a non lasciar andare. Si percepiva un senso nostalgico di quando la Sezione era attiva e propositiva. Si sentiva l’orgoglio di aver ereditato un’opportunità per il territorio e per Camerino dai soci più anziani che non si poteva sprecare.

Così, il 26 luglio 1991 presso lo studio dell’avv. Torquato Sartori si riuniscono una ventina, tra soci e amici, che dopo un’introduzione sulla “male attività della Sezione”, presentata da Sartori, decidono di istituire un Comitato promotore con il compito di riattivare la Sezione.

In data successiva Sartori e Della Cerra inviano ai potenziali futuri soci una lettera (non datata): “Caro amico, abbiamo pensato di attivare le antiche tradizioni della Sezione del CAI di Camerino, nata nel lontano 1929 [sappiamo invece che è il 1933] ed ancora formalmente costituita anche se non più operante. E’ un’attività che ha portato lustro alla nostra città e che pensiamo ne possa portare ancora. Abbiamo indetto la riunione di tutti gli appassionati che vogliano contribuire a dar nuova vita all’Associazione. Ti invitiamo quindi ad essere presente all’Assemblea che si terrà il 26 luglio 1991 alle 21,30 presso il Circolo Cittadino di Camerino (…)”.  

Non si hanno verbali o documenti che testimoniano l’avvenuta riunione. Comunque il 31 luglio si riuniscono T. Sartori, F. Castelli, P. Giglioni, e R. Della Cerra e, nell’occasione, viene comunicato che la Sezione di San Severino Marche (in particolare Pierfrancesco Renzi) sosterrà la riattivazione della Sezione camerte. Il 7 agosto, sempre presso lo studio Sartori, si riuniscono Giglioni Paolo, Donatella Paggetti che prendono atto del fatto che le attività di promozione sono state svolte in modo opportuno.

L’11 settembre il Comitato promotore della Sezione indice l’Assemblea dei soci e dei simpatizzanti per il 20 settembre con il seguente odg: “relazione del comitato in riferimento all’attività promozionale e finanziaria; elezione cariche sociali; programma attività della Sezione; varie ed eventuali”. In tale occasione verrà nominato quale presidente del Sodalizio Torquato Sartori e come presidente onorario Agesilao Claudi (padre di Francesco e Federico altre figure rilevanti per la vita del CAI di Camerino).

Il 15 ottobre verrà comunicato alla Delegazione Regionale Marche dell’avvenuta riattivazione del Sodalizio camerte. Il presidente regionale Angelo Romagnoli invierà una missiva di congratulazioni al presidente Sartori (14 ottobre 1991): “Egregio Avvocato, è con vivo piacere che apprendo dall’amico Pierfrancesco Renzi, presidente della Sezione di San Severino Marche, che la Sezione di Camerino ha ripreso la sua attività. Ciò scongiura un dolorosissimo provvedimento di radiazione dall’elenco delle Sezioni, provvedimento che risultava ormai inevitabile. A nome delle consorelle marchigiane voglio esprimere agli amici camerti i sensi della più profonda soddisfazione uniti alla piena disponibilità alla massima collaborazione perché l’iniziativa intrapresa possa aver un rapido e significativo successo (…)”.

Ma la ripresa del CAI di Camerino ha suscitato anche l’interesse della stampa (locale) e della Sede Centrale. Così sia sull’Appennino Camerte che sulla Rivista mensile del CAI pubblicheranno l’avvenimento. Ed in effetti, come vedremo, negli anni a venire il Sodalizio camerte seguirà con particolare attenzione e cura le direttive della Sede Centrale, sull’organizzazione delle attività, e caldeggerà sempre nuove collaborazioni con altre Sezioni, con la Sede Regionale e Nazionale partecipando a varie commissioni, convegni e manifestazioni. 

Alla riunione del Direttivo del 12 novembre T. Sartori ritiene opportuno istituire una Palestra di roccia a Gelagna Alta di Serravalle di Chienti; il Direttivo non solo si mostra favorevole ma come sappiamo la palestra verrà poi realizzata ed è tutt’ora attiva. Il 19 dicembre viene convocata l’assemblea generale con all’ordine del giorno: la costituzione della SottoSezione del Soccorso Alpino; e il collegamento con la CRI di Camerino. Alla riunione interviene P. Renzi, presidente della scuola di Sci-Alpinismo Maceratese, per illustrare i programmi della scuola e l’organizzazione del corso invernale 1992 dei soci; verranno anche proiettate diapositive sull’attività sci-alpinistica sui Sibillini. 

 

1992-1995: Sartori alla guida del CAI

Gli anni della ripresa. I soci nel 1995 diventano 117 e nel 1997 diventeranno 135.

Purtroppo, in questo caso dagli anni ’90 la tecnologia informatica non ha aiutato la Storia. I faldoni del CAI sono poveri di documenti sulle attività culturali ed escursionistiche (sicuramente allora salvati nei dischetti da 5 pollici) e contengono soprattutto note spese riguardo i bollini e le attività di tesseramento. 

“Sartori alla guida del CAI” è il titolo del Corriere Adriatico del 19 dicembre 1992 in cui si mette in evidenza quanto il sodalizio camerte si sia rinvigorito, non solo per l’aumentato numero di soci ma anche per il denso programma escursionistico, dovuto alla capacità della Sezione di saper cogliere le molte opportunità di scoperta del territorio. 

Ed in effetti le iniziative non mancano: all’Assemblea dei Soci del 20 maggio verrà fatto intervenire Carlo Francalancia (docente di Unicam e socio) sul tema della Conservazione dell’ambiente dei Monti Sibillini e dei Monti della Laga; il 27 maggio il presidente Sartori comunica che ogni venerdì si sarebbero tenuti una serie di incontri procedutici all’avvicinamento in montagna (incontri consigliati per poter partecipare alle ulteriori attività estive); e che ogni domenica si sarebbero organizzate uscite comprendenti uscite di escursionismo e alpinismo, alcune di queste saranno guidate da esperti naturalisti; ed, infine, viene comunicato che dal 30 agosto al 5 settembre sarebbe stata organizzata una vacanza nelle Dolomiti. Sartori, inoltre, comunica che chiederà alla Croce Rossa Italiana una sede per la Sezione, richiesta che verrà accolta.  

Nel 1993 il Consiglio Direttivo organizza nell’ambito delle assemblee dei soci incontri con M. Riganelli e A. Leggi inerenti all’arrampicata su roccia e ghiaccio con proiezione di diapositive delle vie di roccia e ghiaccio dei Sibillini e del Gran Sasso; e con F. Pedrotti per un seminario sul Parco dei Sibillini, appena istituito. Nel 1994 verrà attivato un Corso di alpinismo misto e ghiaccio

Un articolo (non datato, ma forse del 1994) tratta del momento più attivo del Sodalizio, con 113 soci e con tante escursioni con giovani invogliati anche dai Corsi di base di alpinismo e dai Corsi sulle tecniche di progressione su cascata di ghiaccio. L’attività non si fermerà però solo alle escursioni ma anche ad incontri con altre sezioni sul Monte Torricchio. 

 

1996: Il libretto del programma escursionistico della Sezione di Camerino

Il CAI, grazie all’idea di Torquato Sartori, inizia a stampare il libretto del Programma delle escursioni che verrà poi pubblicato tutti gli anni (ad esclusione del 2009 e del 2021) e che sarà a colori dal 2001.

L’aspettativa sul significato aggregativo e promozionale di questa piccola pubblicazione è tale che per alcuni anni sarà nominata (dall’assemblea dei soci) una Commissione per la scelta delle fotografie da inserire nel libretto. Negli anni le rubriche aumenteranno, le immagini delle escursioni dell’anno precedente renderanno accattivanti le attività del Sodalizio e la presenza degli sponsor dimostrerà come Camerino è comunità coesa verso obiettivi comuni (quali la valorizzazione del proprio territorio e delle sue opportunità ricreative, ludiche e culturali). 

La pubblicazione oltre ad illustrare il programma escursionistico della Sezione, contiene testimonianze delle attività svolte l’anno precedente e riflessioni, di un certo spessore, sul senso del vivere la montagna, sulla bellezza del territorio camerte e sull’importanza della vita aggregativa. 

In particolare, è da ricordare la preziosa collaborazione della socia Paola Calafati Claudi che, dal 1997 al 2003, ha arricchito il libretto con contributi su: “L’alpinismo tra ragione e sentimento (1997); Nel silenzio delle vette” e “Dubbio” (poesie, 1998); “Curo ciò che amo. Il CAI e l’educazione ambientale” (1999); “Desiderio di sicurezza” (2000); “Magnificat per una vetta. Sorvolando i nostri Monti Azzurri” (poesia 2001); “Dedicato all’esploratore Ardito Desio” (poesia 2002); “Escursione ai Monti Martani” (2003). Ma anche Piero Angeli che nel 2016 scrive la poesia “La mia terra”. 

Certo sono anche di interesse le riflessioni dei vari presidenti che si sono succeduti negli anni (Torquato Sartori, Giulio Tomassini, Pietro Paolo Pierantoni e, nell’ultimo anno, Giorgio Giorgini). Interventi che non solo sono occasione per relazionare sull’attività svolta e su quella che si auspica, ma rappresentano anche riflessioni sugli aspetti più umani che tiene unita la Sezione.

Nel 1998 Sartori ricorda come Dante Loretiil giorno successivo al nefasto evento [intendendo il sisma] del 26 settembre [1997] sollecitava ad organizzare l’escursione già in programma al Canalino del Vettore”; Sartori da questa esperienza trae una riflessione sullo spirito che animava (e anima) l’Associazione: “la pratica alpinistica, nella sua più larga accezione, non è semplice pratica sportiva ma è coinvolgimento dello spirito e della mente, della partecipazione volitiva e della preparazione psichica”. 

Di Sartori dobbiamo anche citare l’interessante articoletto Nel ricordo del passato (2010) dove vengono ricordate le prime esperienze escursionistiche dei Sibillini (prima salita su roccia: B. Marsili, 1928; B. Marsili e D’Armi, 1932); apertura della direttissima della parete Nord del Vettore (1934) e direttissima del Colletto del Gran Gendarme; e ancora G. Mainini con M. Moretti (1957) apertura della direttissima alla Testa del Gendarme; fino ad arrivare a ricordare Tiziano Cantalamessa che, negli anni ’80, con passione e abilità si dedicò all’alpinismo conseguendo il diploma di Guida alpina. Sartori conclude “mi piace ricordare l’amico Tiziano, perché fu lui, nella rinascita della Sezione, ad infonderci coraggio per esperienze alpinistiche che mai prima avremmo osato”; e “citare Paolo Caruso che in quegli anni era colui che aveva fatto “le scoperte più impegnative negli anfratti nascosti delle pareti e delle falesie dei Sibillini”.

Non mancano contributi tecnici degli esperti studiosi della montagna come G. Carradorini con contributi sui tracciati di alta montagna (2002, 2003, 2006, 2007, 2011), A. Catorci (che nel 2016 scriverà un contributo su “Camminare nella biodiversità”. Ma ancora: L. Birocco (2001), E. Catena (2016), C. Fabi (2002, 2003, 2014, 2018); E. Zapparata (2014) “Fondare il CAI: un’ottima idea, Quintino”, C. Polidori (2015) “Escursionismo”; C. Minnozzi “Ricordando un amico” (dedicato a T. Cantalamessa, 2000). 

La pubblicazione del 2017 apre con lo stralcio di un articolo a firma del presidente nazionale, Vincenzo Torti, già apparso su Montagna 360° (marzo 2017) in cui si ringrazia la Sezione camerte per essersi messa a disposizione per accompagnare (unitamente alla delegazione dei Consiglieri nazionali e regionali) lo stesso Torti nella “zona rossa” del centro storico di Camerino. 

Torti scrive: “Ed è in quell’occasione che ho incontrato il primo degli innaturali silenzi nei quali, a volte, ci troviamo immersi, quasi fossimo stati calati improvvisamente fuori dal tempo e dalla realtà”.   

Nel faldone di carte vecchie del 1996 c’è un articolo (senza data e testata) dedicato a I cento soci del CAI in cerca di nuove vette che, appunto, ripercorre la storia del Sodalizio di Camerino e elogia l’attività svolta dal Direttivo e dai soci più affezionati come Fabrizio Bernabei, Paolo Giglioni, Sergio Gubinelli e Stefano Micarelli; oltre alla preziosa attività di Guida alpina di Tiziano Cantalamessa.

Nel 1998 Sartori comunica alla Scuola Sibilla l’iscrizione della Sezione CAI di Camerino ai Corsi di alpinismo e scialpinismo.

 

2001-2023: Il CAI di Camerino oggi

Il presidente Giulio Tomassini lascia agli atti una accurata relazione delle attività svolte dal Sodalizio. Tra le tanti attività sono da ricordare: nel 2002 la sottoscrizione di una convenzione con la provincia di Macerata per prestazione di attività di volontariato nell’ambito della Protezione civile nel caso di incendi boschivi; nel 2003 contributo da parte della Sezione ai soci che hanno acquistato l’ARVA, considerato uno strumento efficace per la sicurezza in ambiente innevato; prosegue e si rafforza la collaborazione con la Scuola Sibilla e iniziano le attività del Gruppo Rampikino (di mountain bike), che in effetti curerà una rubrica sui libretti della Sezione fino al 2006; ed infine la Delegazione Regionale Marche dà incarico alla Sezione di Camerino di produrre un video sullo scialpinismo da presentare alla Fiera “Eco & Equo”. 

Ma l’avvenimento ancor più rilevante del 2003 è la proposta di accoglimento nell’ambito del sodalizio camerte del Gruppo Speleologico ALVAP di Pioraco “con lo scopo di diffondere, divulgare e praticare l’attività speleologica nel pieno rispetto dei principi ispiratori, delle finalità e degli scopi istituzionali del CAI e del suo Statuto Generale ai quali si ispira la Sezione di Camerino” (Assemblea del 16 giugno 2003). La collaborazione durerà fino al 2013 e permetterà di organizzare attività congiunte dedicate alla speleologia. Inoltre in questi anni il G.S. AL.VA.P. curerà una rubrica del giornalino del CAI.

Nel 2004 si sono svolti i festeggiamenti dei 70 anni della fondazione della Sezione presso la Sala della Muta del Palazzo Ducale dell’Università di Camerino, che hanno avuto come ospite d’onore il giovane alpinista Daniele Nardi. 

In riferimento a questo avvenimento verrà pubblicato un interessante contributo sull’Appennino Camerte (27 novembre 2004) con articoli, pensieri, ricordi e foto del Sodalizio. L’allora presidente Giulio Tomassini ha voluto ringraziare quanti negli anni si sono prodigati per la crescita del sodalizio poiché “Grazie alla loro incondizionata opera, generazioni di alpinisti hanno potuto godere in armonia e amicizia della magnificenza dei luoghi montani, consapevoli della loro unicità e dei valori ispiratori della nostra associazione, preziosa eredità che ci auguriamo di saper trasferire a quanti ci onoreranno della loro compagnia”.  

Nel verbale dell’Assemblea dei soci del 10 gennaio 2005 si legge che Giorgio Giorgini propone di istituire un archivio fotografico della storia del CAI; l’allora presidente sostiene la proposta aggiungendo che le foto d’epoca dovevano essere pubblicate sul libretto annuale. Ed in effetti nei libretti degli anni successivi, fino al 2008, sarà presente la rubrica “Archivio storico”.

Il 2012 è un anno particolarmente doloroso per il Sodalizio di Camerino: il 14 ottobre Totò Sartori viene a mancare in un incidente al Monte Igno lungo la via “dello zio” che aveva aperto in ricordo dello zio deceduto proprio nella stessa zona anni prima. 

Il presidente del CAI, Pietro Paolo Pierantoni, nel libretto del 2013 scriverà: “Negli anni ’90 Totò aveva ricreato un gruppo forte e aveva ridato vigore a una Sezione storica come quella di Camerino: era stato presidente prima, vicepresidente poi e da alcuni anni era delegato presso il Consiglio Direttivo Regionale. In tutto questo periodo il suo impegno a promuovere le attività legate alla montagna è stato continuo. (…) Ricordo che nel 2011 aveva come proposta la riapertura di due sentieri nei Monti di Camerino. Era infaticabile fisicamente ma ancor di più con la mente. (…) Totò con te abbiamo imparato a sognare e con te abbiamo realizzato molti sogni, ciao Totò”.

Nello stesso anno inizia la collaborazione con il CURC Angeli e Maiolatesi APS (Circolo Universitario Ricreativo Camerte) non solo attraverso il suo annuale contributo alla pubblicazione del giornalino, ma anche con attività escursionistiche condivise. 

E nel 2012, sempre nel giornalino, viene data comunicazione dell’istituzione di una pratica escursionistica (in realtà già svolta da qualche anno) detta Slow CAI che diventa un appuntamento atteso per gli anni successivi. In sostanza è un modo diverso di vivere la montagna rispetto all’alpinismo, alle arrampicate o alle escursioni impegnative; si sostanzia in una uscita di più giorni nel ponte di giugno dedicata a escursioni leggere e lente in luoghi dove la montagna incontra il mare. Catia Lambertucci, Giovanna Bernardi e Cristiana Fabi saranno le organizzatrici di questi appuntamenti attesi dai soci ma anche da coloro che vogliono godere di luoghi incantevoli dove lo sguardo non si perde solo in verdi orizzonti mozzafiato ma anche nel blu marino.

Dal 2015 la Sezione partecipa annualmente ad alcune uscite sul percorso della Via Lauretana che da Roma conduce a Loreto; progetto di rivalutazione dell’antica via romano-lauretana che si sostanzia in un percorso naturalistico e religioso di grande rilievo storico-culturale riscoperto grazie agli studi e all’impegno della docente Emanuela Di Stefano e ideato dalle Sezioni di Camerino e di San Severino Marche.

Tra le iniziative legate alla Via Lauretana è da ricordare l’anello escursionistico Tra Santi e Incanti che si snoda su tre tappe e che ripercorre parte dell’antico tracciato del cammino lauretano (sec. XIV-XVI) che collegava Serravalle di Chienti, Casale S. Niccolò, Gelagna, Camerino, Convento di Renacavata, Torre “Troncapassi” di Beregna, Valle dei Grilli, Grotte di S. Eustachio, S. Severino Marche.

Nell’estate del 2017 la Sezione partecipa alla manifestazione Giornate CAI TAM in Appennino organizzate con la collaborazione della Commissione centrale tutela ambiente montano del CAI, dei Gruppi regionali di Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, delle Sezioni di Macerata e Camerino e del Parco nazionale dei Monti Sibillini. Giornate aperte a tutti per promuovere la consapevolezza del valore dell’ambiente montano e della necessità di un ripristino tempestivo ed efficace dei luoghi, della viabilità, delle attività tradizionali e della vita sociale.

Dal 2019 vengono attivate iniziative nell’ambito del Sentiero Italia-CAI alle quali il Sodalizio camerte partecipa attivamente sistemando la segnaletica, i sentieri e organizzando escursioni intersezionali. All’interno di queste attività verrà attivato un PCTO (Percorsi di Competenze Trasversali per l’Orientamento) con la Scuola Antinori di Camerino con lo scopo di pubblicare la guida 24 Percorsi fruibili nelle Marche (a cura dei soci G. Giorgini e C.E. Gentilucci). Che nel suo piccolo fino ad oggi è la sola guida, delle Marche, per escursionismo detto leggero (adatto per portatori di disabilità e per coloro che amano fare passeggiate nel verde). 

Dal 2022 Giorgio Giorgini sarà il presidente del Sodalizio camerte. 

Questi ultimi anni sembrano di interessante continuità non solo per l’organizzazione delle attività escursionistiche (organizzate su vari livelli di difficoltà e in diverse località), ma anche per l’impegno di attivare nuove collaborazioni: con il Sentiero Italia, con il CAI–Scuola, l’Archeoclub e la Montagnaterapia (con uscite ufficiali della Sezione).

Nel 2022 la Sezione si pregia della individuazione, della tracciatura e partecipazione all’escursione di due tappe del Cammino dei Cappuccini (San Severino Marche-Camerino; Camerino-San Lorenzo al lago di Fiastra). Percorso di 24 tappe (che da Fossombrone arriva ad Ascoli Piceno, passando per Camerino) di grande interesse naturalistico e spirituale realizzato grazie all’impegno e alla lungimiranza di Fra Sergio Lorenzini (https://www.camminodeicappuccini.it). 

Iniziative volte e diffondere e sensibilizzare, giovani e adulti, all’educazione ambientale e all’inclusione sociale e che hanno il proposito di continuare ad affermare quanto il CAI non sia una associazione che persegue scopi che coinvolgono solo i suoi adepti; ma un Sodalizio di volontari coesi con la voglia di stare insieme e di scoprire nuovi paesaggi, con la convinzione che le attività all’aria aperta aiutano il benessere psicofisico, con l’idea che le attività del CAI sono inclusive e promuovono il progresso sociale e civile.

L’auspicio, di chi scrive, è che attraverso queste brevi note sia emerso quanto il CAI sia una associazione aperta all’altro; inclusiva e fatta di gente generosa e volenterosa che si è messa in gioco per il bene della collettività e che è stata al passo con i tempi abbracciando nuove iniziative, partecipando e istituendo gruppi di lavoro per il bene del suo territorio montano e urbano.

Grazie a tutti coloro che ci hanno dato in dono la Sezione CAI di Camerino. A noi sta l’impegno di saper trasmettere alla prossima generazione gli stessi valori e lo stesso sentimento di cura e rispetto per l’ambiente montano e il suo territorio.

 

Tratto da “Il CAI di Camerino. 90 anni dedicati all’alpinismo, alla cura dell’ambiente e al progresso civile” a cura della socia Catia Eliana Gentilucci.