Il rifugio di montagna può essere definito “una struttura ricettiva, non alberghiera, in quota, che costituisce presidio di pubblica utilità”. Esso offre ospitalità e ristoro ed è, contemporaneamente, base di appoggio per attività di fruizione della montagna.

Lo sviluppo dell’alpinismo nell’800 evidenziò la necessità di costruire basi fisse per l’accesso alle vette.

Il principale impulso venne dal Club alpino italiano, nato nel 1863, che realizzò i primi rifugi: sul Monviso il Rifugio Alpetto (oggi museo) e sul Cervino il Rifugio della Cravatta nel 1886. Nel 1900 il CAI già possedeva 98 rifugi ed annoverava 5400 Soci.

Oltre al ruolo principale di sosta e di ricovero lungo un percorso, molti rifugi sono visti come meta autonoma, termine di una gita, ultimo avamposto della civiltà che si può raggiungere in tutta sicurezza.

Oggi sull’arco alpino e lungo gli Appennini, Sicilia compresa, sono presenti 428 rifugi, 226 bivacchi fissi, 68 capanne sociali, 27 punti di appoggio e 16 ricoveri di emergenza.
Queste strutture possono ospitare oltre 21.000 frequentatori della montagna.

Alcune strutture possono ospitare centinaia di persone, altre pochissime.
Tutti i rifugi sono comunque una casa, sia per l’esperto alpinista che per il semplice escursionista, un posto sicuro, un luogo protetto.
Senza rifugi l’approccio alla montagna sarebbe più difficile e più faticoso.

Il rifugio alpino, per la sua particolare localizzazione e per le valenze stesse per le quali è nato, può e deve essere anche luogo privilegiato per intraprendere azioni che si basino su un approccio consapevole alla montagna.

La Commissione Centrale Rifugi ed Opere Alpine, con l’ausilio delle omologhe Commissioni Regionali, verifica il buon funzionamento di queste strutture e coordina la distribuzione dei fondi per la loro ristrutturazione.

Attraverso l’esperienza tecnica dei suoi componenti la Commissione è in grado di offrire alle Sezioni proprietarie dei rifugi, consulenze tecniche e normative in diversi campi: igienico- sanitario, antincendio e sicurezza.

Nello specifico gli scopi della Commissione sono:

  • operare per la costituzione, conservazione e gestione del patrimonio “rifugi e opere alpine” del Club alpino italiano;
  • impartire direttive intese ad assicurare l’efficienza e la funzionalità di tale patrimonio in sintonia con i fini statutari, regolamentari e tradizionali del Sodalizio, con particolare riferimento alla sua naturale destinazione per l’attività alpinistica dei soci;
  • promuovere la costituzione di analoghe commissioni regionali e interregionali dei convegni (ora GR) delle sezioni del Club alpino italiano, coordinandone e controllandone l’attività;
  • svolgere le pratiche e le incombenze relative alla gestione dei beni immobili di proprietà del Sodalizio, secondo le direttive del Consiglio centrale.