Ieri su Instagram la conversazione tra l’alpinista Hervé Barmasse e il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti: le prossime fasi di lotta al virus possono rappresentare un’occasione di riscoperta di tutta la montagna italiana.

“La montagna è scuola di carattere, di onestà, di solidarietà e di amore per la natura”: queste parole di Luigi Bombardieri compongono la nuova frase riportata sulle tessere del Club alpino italiano. E’ partita da qui la conversazione on line di ieri pomeriggio tra Hervé Barmasse e il Presidente generale del Cai Vincenzo Torti, in diretta sul profilo Instagram del grande alpinista valdostano. Un incontro, denominato “Il futuro degli sport outdoor di montagne e dell’alpinismo ai tempi del coronavirus”, al quale hanno assistito circa 1300 persone.

La frase di Bombardieri, riprendendo le parole di Barmasse, rappresenta «un messaggio di ripartenza in un momento come quello che stiamo vivendo tutti ora». Parole che hanno visto completamente d’accordo il Presidente Torti: «il Cai di oggi è ben rappresentato dalle parole di Luigi Bombardieri, che evidenziano quattro punti che si legano bene a questo particolare momento storico: scuola di carattere perché mai come oggi abbiamo bisogno di prudenza, di limitare e di cambiare le nostre abitudini e di saper rinunciare. Scuola di onestà nel senso della correttezza verso gli altri e del saper calibrare le proprie capacità. La solidarietà come attenzione alle popolazioni che vivono in montagna, ben rappresentata dalle 51 autovetture che abbiamo donato ad Anpas per l’assistenza domiciliare nelle Terre alte. Senza l’amore per la natura, infine, tutto questo non avrebbe la sua corretta dimensione».

Barmasse ha poi focalizzato il tema dell’incontro, ovvero l’occasione per la montagna di essere riscoperta, nei suoi colori e nei suoi profumi, grazie alle progressive aperture delle prossime fasi della lotta al virus. La montagna tutta, non solo le mete più blasonate, che potrà essere conosciuta anche dai neofiti, perché sulle Terre alte è più facile mantenere le distanze.

Ha commentato Torti: «nei momenti di forte criticità c’è sempre qualche occasione da cogliere, e noi intendiamo coglierla. La montagna offre un distanziamento naturale, gli spazi sono più aperti, ma dobbiamo considerare però alcuni limiti. Il primo è quello evidenziato dal nostro Soccorso alpino, che riguarda la raccomandazione a essere prudenti, in un momento che vede molti operatori impegnati negli ospedali e che quindi sarebbero tolti, in caso di intervento, alla lotta al virus. Nonostante tutto, però,  guardiamo con grande fiducia alla stagione estiva: in montagna potremo e dovremo tornare, ne abbiamo bisogno, però a una serie di condizioni. La più importante è una sorta di differenziazione sul territorio: abbiamo una montagna estesissima, migliaia di km di sentieri e potremo/dovremo frequentarla tutta, senza concentrarci in poche aree»

Anche per Barmasse le prossime fasi delcontrasto al virus possono rappresentare un’occasione di riscoperta: «tra Alpi e dorale appenninica abbiamo un territorio vastissimo da frequentare. La sua promozione tornerà utile anche per rilanciare il turismo».

Un invito, questo che, come ha ribadito ieri Torti, «il Cai cercherà di trasmettere nel modo più ampio possibile. Vogliamo trovare, anche confrontandoci con le Guide alpine, un comune modo di reimpostare le attività con una doverosa prudenza e uno sguardo nuovo, per non creare situazioni che costringerebbero a imporre nuovi limiti».

Altro punto affrontato ieri ha riguardato i rifugi, con Torti che ha annunciato un’importante notizia: «con le nostre Commissioni rifugi, medica e tutela ambiente montano vogliamo realizzare in tempi brevissimi un kit da mettere a disposizione dei nostri 327 rifugi e, perché no, anche di quelli che non sono del Cai. Questo kit dovrebbe avere un saturimetro, un termometro a distanza e, soprattutto, uno strumento di sanificazione. Il progetto è a uno studio avanzatissimo, che dovrà avere validazioni e certificazioni nel più breve tempo possibile. Vogliamo metterlo a disposizione gratuitamente, nonostante i costi non siano indifferenti, perché i rifugisti, che sono imprenditori ma anche operatori culturali della montagna, possano ricominciare a lavorare».

Sulla questione delle tende per il pernotto il Presidente ha precisato: «non si tratta di campeggio libero, tra l’altro vietato nella stragrande maggioranza delle regioni. Parlavo di una cosa diversa: i rifugi che non hanno la possibilità di ospitare, per motivi di capienza limitata o per altri tipi di scelte, potrebbero consentire il pernotto in tenda nei pressi della struttura come una sorta di appoggio. Nel senso che il servizio di ristorazione e quelli igienici sarebbero comunque garantiti dal rifugio, che in questo modo potrà usufruire di un’entrata. Era un’idea alternativa al dormire nei cameroni. Il Cai vuole favorire in tutti i modi la riapertura dei rifugi, come dimostra il fondo appositamente creato a favore delle Sezioni proprietarie».

Un’altra domanda di Barmasse ha riguardato i rifugi di confine tra due Stati: sarà possibile la frequentazione per i cittadini sia di uno Stato che dell’altro? «È una domanda importante e attuale – ha risposto Torti – Le montagne non sono più confini e non devono tornare a esserlo. Noi ci adopereremo a tutti i livelli perché si tenga conto, all’interno dei vari provvedimenti, che le montagne devono unire e non dividere. Ci confronteremo con gli altri Club alpini per valutare una proposta: quella di considerare le cime delle montagne come territorio libero».

Altri argomenti della chiacchierata on line, sono stati la sensibilizzazione nei confronti di tutte le amministrazioni perché riservino alla montagna un’attenzione particolare (tema già discusso nell’incontro on line con il Presidente di Uncem Marco Bussone della settimana scorsa) e se il senso di responsabilità passi attraverso le regole o il buonsenso. Torti non ha dubbi: «il buonsenso, con quello si può fare tutto».

Lorenzo Arduini

Qui sotto è visualizzabile il video dell’incontro