lunghezza: km. 12
tempo di percorrenza: h. 3.30
dislivello: insignificante

La quarta tappa di questo lungo viaggio ha inizio da Monteroni d’Arbia e ripercorre a ritroso, in leggera salita, il sentiero n. 500a  finchè non ritroviamo di nuovo il sentiero n. 500, che prenderemo a sinistra. Questo tratto si svolge tutto su crinale e su strade di campo in mezzo alle Crete, con belle vedute a 360°. Attenzione però: nei periodi molto piovosi transitare in queste strade potrebbe essere un po’ problematico poiché il sentiero traversa i campi cretosi. Si passa dal Poggio del Cipressino, dal Poggio del Perino, dal Greppo, per arrivare all’antico borgo di Quinciano dove si ha una bella veduta su Lucignano d’Arbia. Interessante da vedere la caratteristica cappella a forma ottagonale progettata a metà ’800 da Giulio Rossi su commissione del conte Ferdinando Pieri Nerli. Dal piccolo centro abitato scendiamo, sulla destra, alla strada asfaltata per Murlo. Si prende a sinistra e dopo circa duecento metri si devia a destra per una strada di campo che ci porterà alla ferrovia Siena-Monteantico che costeggeremo fino al Podere la Chiocciola dove si prende a sinistra in direzione di Ponte d’Arbia. Qui è possibile, volendo, interrompere il viaggio e sostare per la notte. Poco prima del ponte sull’Arbia si prende una stradina a destra che ci riporta nuovamente alla ferrovia presso il Podere Colombaio dove si prende a sinistra e si costeggia nuovamente la ferrovia fino alla Fattoria di Piana. Da qui si può raggiungere, con una breve deviazione di circa 30 minuti a/r, la pieve di Sant’Innocenza a Piana. E’ un edificio sacro che si trova in località Piana a Buonconvento. Documentata dal 1081, si presenta come un organismo fortificato, con i caratteri tipici dell’architettura militare senese del XIII-XIV secolo; uno dei lati è costituito dalla chiesa. Questa, realizzata in cotto, come la maggior parte del complesso, ma con filari di pietra nella semplice facciata, si presenta a un’unica navata con capriate in vista, ma risente già di suggerimenti gotici nella cappella quadrilatera che la conclude, coperta con volta a botte e con monofore ad arco acuto. All’interno sono visibili tracce di un affresco trecentesco con San Cristoforo e di un altro affresco, anch’esso frammentario, dove rimane la figura del Beato Franco da Grotti. Ritornati sui nostri passi, in breve si giunge all’abitato di Buonconvento. Il più grande centro abitato della Val d’Arbia, conserva ancora intatto il caratteristico centro storico. Da visitare il Museo d’Arte Sacra ed il Museo  delle Attività Rurali. Prima di continuare il viaggio sarebbe interessante valutare l’opportunità di visitare l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Da Buonconvento parte un sentiero, il 515 delle Crete, che in circa h. 3.30 ci porta all’Abbazia. Il rientro si può fare con mezzi pubblici. Itinerario di grande panoramicità che si insinua tra i caratteristici “calanchi” delle crete senesi. L’itinerario descritto si sovrappone ai sentieri delle Crete senesi. Quindi si consiglia di premunirsi della carta escursionistica scala 1/25000: Crete Senesi –1 Val d’Arbia, edita da Multigraphic di Firenze. Le cartine dettagliate del percorso si possono scaricare dal sito: http://www.francigena.provincia.siena.it/
http://www.viefrancigene.org/it/
 

Quinciano
Sino dal secolo XIV ebbe signoria in Quinciano la famiglia Tolomei di Siena, per quanto la sua chiesa parrocchiale risalga ad una data assai più antica. Nel 1443, per atto del 3 genn., stipulato in Firenze nel banco dè Mercanti, il rettore rinunziò la sua chiesa di Quinciano ai Frati Agostiniani degli Angeli di Siena, i quali assegnarono per ott’anni a quel parroco un’annua pensione di 50 fiorini d’oro. Non so con qual titolo nel 1451 il Comune di Siena pretendesse alcuni tributi dalla chiesa di S. Albano a Quinciano, lo che ci richiama al reclamo fino dal 2 giugno 1295 presentato dal priore di Quinciano ai Signori Nove di Siena, affinchè il concistoro provvedesse in modo che fossero tolte dallo statuto sanese alcune rubriche contrarie alla libertà ecclesiastica. La facciata della chiesa di Quinciano mostra di essere di costruzione dè bassi tempi con finestre a feritoia. Il quadro di S. Albano all’altar maggiore è opera squisita di Francesco Vanni. Presso alla chiesa parrocchiale havvi una villa signorile dè marchesi Nerli di Siena. La parrocchia di S. Albano a Quinciano nel 1833 contava 134 abitanti.

Buonconvento
Il nome deriva dal latino “bonus conventus” luogo felice, fortunato. I primi cenni storici si hanno intorno al 1100, ma sicuramente il fatto di maggior rilievo è avvenuto nel 1313 quando, il 24 agosto, forse non nel capoluogo ma comunque all’interno del territorio comunale, morì l’imperatore Enrico VII di Lussemburgo, (più conosciuto come Arrigo) che era sceso in Italia per restaurarvi l’autorità imperiale. La storia narra che l’imperatore, avvelenato durante la comunione da un frate del luogo, sia morto poco dopo lungo la via Cassia, probabilmente presso l’abitato di Serravalle. La costruzione delle mura iniziò nel 1371 e terminò 12 anni dopo, nel 1383. È il centro più importante della Val d’Arbia, testimoniato anche dalla podesteria che comprende 32 località e dal riconoscimento della cittadinanza senese concesso dai governatori della città nel 1480. Con la caduta della Repubblica di Siena, nel 1559 entra a far parte del Granducato di Toscana sotto i Medici.