• Zangrandi interni Prima di copertina Zangrandi
    “Posso andare leggera per caldi purpurei viali, posso avere Dario con me. E non morti siamo, non fantasmi, vivi noi camminiamo nel campo del fiore rosso”
  • “L’alpinismo è come il regalo di un mazzo di fiori armonizzato con specie diverse: offre alle nostre esistenze dimensioni creative, da quella filosofica a quella atletica, da quella sociale a quella artistica. A ognuno, una opportunità nel corso della vita”
  • “Io non so se un quadro di grande artista, lo scritto di un sapiente, il discorso di eloquente oratore possa produrre nell’animo umano impressioni così profonde e così elevate quanto lo spettacolo della natura sulle vette alpine. Si direbbe che il fatidico excelsior ci sia di guida nelle escursioni così nel campo intellettuale e morale come nel fisico”
  • "In realtà, nessuna ascensione – anche la più semplice – lascia indifferente chi frequenta la montagna con spirito da vero alpinista, che è colui che arrampica con il cuore e la testa, e non soltanto con la forza dei muscoli"
  • "Quando, fra qualche altro anno, andrò a riposare definitivamente sulla collina sopra Aosta, sotto la gran pietra grigia, qualcuno scriverà di me sulla «Rivista Mensile» del Club Alpino: ma non potrà includere nel rituale elenco delle ascensioni grandi e piccole quella Cima di Entrelor che non ho mai salito, prima perché non volevo e poi perché non potevo"
  • “Ecco dove mi ha trovato il Premio Viareggio del 1950: sui prati di Entrèves, il luogo che ho più caro al mondo. E ha messo l'una di fronte all'altra, come mai prima di quella scadenza significativa della mia vita, quelle che sono le due facce della mia persona, i due fili della mia esistenza: la vocazione alla cultura, necessariamente sedentaria, e l'amore dell'avventura alpina”
  • “Io non sono un'alpinista, ma una vagabonda che cerca tregua e spazi di bellezza”

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