Seniores in Montagna: alcuni consigli pratici

(a cura del Dr. Giancelso Agazzi)

Per definizione la prima senescenza compare dopo i 65 anni di età e con il 65° anno di vita convenzionalmente compare la vecchiaia. La senescenza conclamata si colloca tra i 75 ed i 90 anni.

Detto questo, non vi è un limite cronologico di tempo per frequentare la montagna e per affrontare l’alta quota: molte persone con più di settant’anni hanno svolto con successo escursioni oltre i 5000 metri di altitudine.

L’elvetico Ulrich Inderbinen, Guida Alpina – per esempio – nato a Zermatt nel 1904 e morto nel suo paese natale all’età di cento anni, sopranominato il “Re delle Alpi”, ha svolto nella sua vita trecentosettanta ascensioni sul Cervino, l’ultima delle quali all’età di novant’anni. Keizo Miura, alpinista giapponese, morto nel 2006, è stato l’uomo più vecchio che ha salito il Kilimanjaro nel 1981, nonché è sceso con gli sci dalla vetta del Monte Bianco all’età di ben 99 anni. Qualche anno fa una donna di 91 anni ha raggiunto la vetta del monte Fuji (3780 m.) in Giappone. Un uomo di 100 anni è salito sul monte Shasta (4320 m.), in California, dopo di aver scalato il monte Popocatepetl (5460 m.) a 76 anni. Julius Boehm a 80 anni ha raggiunto la vetta del monte Rainer (4422 m.), mentre Hulda Crooks è salita in cima al monte Whitney (4421 m.) a 93 anni. Orvis Agee a 81 anni è salito in cima al monte Shasta (4320 m.) in California. A 66 anni l’alpinista bergamasco Mario Curnis, in compagnia di Simone Moro e dello sherpa Ang Mingma, ha raggiunto, il 24 maggio del 2002, la vetta dell’Everest, salendo dal versante tibetano. Nel 2008, a 77 anni, Min Bahadur Sherchan, alpinista nepalese, ha scalato l’Everest; è stato a quel tempo l’uomo più vecchio sulla montagna più alta del mondo, dimostrando che la sola età non rappresenta una barriera. Lo scalatore giapponese Matsumoto Tatsuo a 79 anni ha raggiunto, il 20 maggio del 2018, la vetta del Lhotse (8516 m.). Il giapponese Yuichiro Miura è l’alpinista più anziano che abbia mai scalato l’Everest, impresa realizzata all’età di 80 anni, conquistando il record di alpinista più vecchio in vetta al monte Everest; salita che Miura aveva già svolto all’età di 70 anni.

Certo, gli esempi citati si riferiscono a persone che spesso hanno frequentato la montagna per gran parte della loro vita, che presentavano e presentano caratteristiche atletiche di particolare rilievo, che con la loro determinazione hanno sopperito al fisiologico decadimento prestativo intrinseco dell’età avanzata, ciò nonostante la montagna, se affrontata correttamente, ossia anche con i dovuti limiti, costituisce un ambiente ben frequentabile per il Senior che intende praticare attività fisica in un ambiente salubre ed allo stesso tempo motivante.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha promosso l’aumento dell’attività fisica del Senior quale forma di prevenzione e di terapia per patologie come le malattie dell’apparato cardiovascolare, il diabete, l’obesità, le malattie cronico-degenerative. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità auspica che i Seniores mantengano una condizione fisica di efficienza, combattendo i principali fattori di rischio legati all’età, riducendo gli stati di ansia e di depressione, nonché il decadimento mentale. Un recente studio effettuato nelle Alpi in rifugi situati ad oltre 3000 metri ha evidenziato che i sintomi dell’A.M.S. (male acuto di montagna) sono meno frequenti nelle persone in età avanzata, rispetto ai soggetti più giovani (2 % rispetto al 33 % dei soggetti con età inferiore ai 60 anni).

La capacità di un Senior di andare in alta quota dipende più da un grado individuale di forma fisica che dall’età stessa: è necessario nel Senior un tipo di attività fisica che stimoli e migliori lo stato di salute sia da un punto di vista fisico che psichico. Per affrontare l’ambiente alpino è richiesto un relativo alto grado di forma fisica, la cui diminuzione può comportare l’aumento del rischio di incidenti; un allenamento adeguato e ragionevole è in grado di mantenere/ottenere un buon condizionamento atletico, affinché il Senior possa essere in grado di frequentare – pur con i dovuti limiti dettati dalle caratteristiche individuali e dall’eventuale presenza di patologie – la montagna con maggior sicurezza.

Il primo passo da compiere al Senior per poter affrontare l’ambiente montano con più sicurezza e consapevolezza è quello di sottoporsi ad una visita medica – che andrà ripetuta con regolarità – al fine di stabilire le condizioni fisiche e psichiche del soggetto nonché di conoscere gli eventuali limiti della frequentazione stessa; a tale proposito gli ambulatori di Medicina di Montagna con i medici e tutto il personale sanitario formato e rivolto a soggetti che intendono frequentare l’ambiente montano, risultano essere di grande ausilio per il completamento di questo primo importante step.

Una volta stabilite le caratteristiche individuali e gli obiettivi da raggiungere, al Senior dovrà essere proposto un programma di preparazione, il quale con gradualità lo porterà a migliorare tutte quelle qualità necessarie al tipo di attività montana scelta in accordo con la valutazione medica iniziale.

Fatto saldo questo aspetto, spesso tra le qualità da allenare troviamo quelle aerobiche, ossia la capacità di protrarre nel tempo uno sforzo fisico di bassa intensità, come – ad esempio – camminare per qualche ora; saranno questi, allenamenti svolti a bassa intensità che gradualmente aumentano in durata relativamente agli obiettivi prefissati. Al fine di monitorare il tipo di sforzo per questo tipo di allenamenti, l’utilizzo del cardiofrequenzimetro permettere di tenere, in tempo reale, sotto controllo il tipo di impegno fisico, con l’obiettivo sia di ottenere un allenamento corretto, sia di non eccedere con intensità che potrebbero risultare controproducenti.

Il Senior che si pone l’obiettivo di esporsi alla quota, oltre a conoscerne gli eventuali limiti e le modalità di esposizione, dovrà inizialmente ottenere un buon condizionamento atletico a bassa quota per poi con metodo e gradualità raggiungere altitudini maggiori al fine di preparare progressivamente l’organismo a questo tipo di impegno. Anche in questo caso i Medici di Montagna, con i relativi ambulatori, sono in grado di guidare il Senior alla corretta progressione.

In tutto ciò non va dimenticato sia il corretto approccio nutrizionale e di idratazione, elementi a cui il Senior dovrà rivolgersi con conoscenza e corretto approccio, al fine di evitare situazioni carenziali che potrebbero incidere negativamente sulla performance e soprattutto sulla salute, sia alla protezione e salvaguardia delle articolazioni, specie quelle degli arti inferiori e della colonna vertebrale, attraverso accorgimenti quali – ad esempio – l’utilizzo di calzature adeguate, all’impiego dei bastoncini telescopici, all’adeguatezza circa le dimensioni, il posizionamento e il carico dell’eventuale zaino.

Gli esercizi di stretching e di mobilità articolare dovranno essere ben rappresentati nel programma di allenamento a prescindere dall’attività montana scelta; preparare – attraverso questi esercizi – muscoli, tendini e articolazioni è un elemento non trascurabile per qualsiasi soggetto e in maggior misura per il Senior in cui queste parti anatomiche possono risultare più vulnerabili.

In conclusione, attraverso sia una mirata valutazione medica, sia un’opportuna preparazione e con i dovuti accorgimenti è possibile frequentare il mondo della montagna in ogni età della vita, vivendo tale esperienza con più sicurezza, in modo adeguato ed in piena consapevolezza.