Il monitoraggio è promosso dal Ministero dell’Ambiente e coordinato da Ispra e Life Wolfalps. I soci Cai, opportunamente formati, che collaboreranno alla raccolta dei dati, lo faranno solo su richiesta delle istituzioni preposte, in percorsi definiti dai tecnici incaricati e seguendo le modalità stabilite.

Da alcuni giorni circola su vari canali una nota di alcune organizzazioni (Salvaguardia rurale veneta e Proprietari malghe e terreni della Lessinia, Comitato salvaguardia allevatori della Provincia del Verbano Cusio Ossola, unito ai gruppi “Valligiani ed Alpigiani” e “Proteggiamo la montagna” delle valli Ossola e Strona), molto critica nei confronti del Monitoraggio Nazionale del Lupo, promosso dal Ministero dell’Ambiente, coordinato da Ispra e Life Wolfalps e condotto in stretto contatto con Parchi nazionali, Regioni e Province autonome. Il Club alpino italiano, come altre numerose associazioni di protezione ambientale riconosciute, ha dato la disponibilità a collaborare mettendo a disposizione propri volontari opportunamente selezionati, informati e formati secondo i protocolli stabiliti da Ispra e Life Wolfalps.

Il testo, in alcuni passaggi, diffida dal percorrere il territorio di alcune aree montane delle Alpi. Si tratta di una nota, sottolineano il Vicepresidente generale e il coordinatore del Gruppo Grandi Carnivori del Cai, Erminio Quartiani e Davide Berton, “evidentemente strumentale e di dubbia legittimità, fatta per cercare di rompere la catena di collaborazioni e sinergie che si sono attivate nel tempo e che si stanno concretizzando con l’attivazione del monitoraggio”.

Nello specifico, il Club alpino italiano precisa che:
– La partecipazione del Cai al monitoraggio è stata concordata con Ispra e Life Wolfalps e approvata dal Comitato Direttivo Centrale del Sodalizio il 17 luglio 2020, verbale n° 10 atto 107.
– Il coordinamento tra istituzioni e tecnici incaricati è affidato, all’interno del Club alpino, al Gruppo Grandi Carnivori su tutto il territorio italiano.
– I soci che usciranno in ambiente per il monitoraggio lo faranno solo su richiesta delle istituzioni preposte, in percorsi definiti dai tecnici incaricati, seguendo le modalità stabilite e oggetto della formazione.
– I soci impegnati nelle uscite lo faranno a titolo volontario e saranno coperti da specifica assicurazione sociale.”Con queste precisazioni vogliamo fare chiarezza, respingendo maldestri tentativi di strumentalizzazione e polemica“, affermano il Vicepresidente Quartiani e il coordinatore Berton. “Il Cai si impegna come supporto ad un’azione necessaria, guidata dalle istituzioni deputate in materia, ovvero il monitoraggio sistematico della presenza del lupo allo scopo di poter disporre di solidi dati, sui quali potere impostare le migliori forme di gestione, al di là di ogni aprioristica posizione”. Per ogni chiarimento il Club alpino italiano invita a scrivere all’indirizzo grandicarnivori@cai.it