Promosso da Fondazione Cariplo, Touring Club Italiano e Labsus, intende promuovere le buone pratiche verso i beni comuni   e una cultura di condivisione e collaborazione fra istituzioni e cittadini e organizzazioni che le portano avanti con passione e attenzione

Il Club alpino italiano ha aderito, insieme a Caritas, FAI, Legambiente e Slow Food, al manifesto “L’Italia che si prende cura dell’Italia”, promosso da Fondazione Cariplo, Touring Club Italiano e Labsus. L’obiettivo è quello di costruire una “società della cura” fondata sull’apertura e sulla fiducia, alternativa alla “società della paura” fondata sulla chiusura e sulla diffidenza. “Esiste un’Italia, rappresentatada 46 mila organizzazioni e da circa un milione di cittadini attivi che, direttamente o indirettamente, da anni si occupano del Paese in cui vivono con la stessa attenzione e passione con cui si prendono cura della propria casa”, si legge nel manifesto.

Nella tavola rotonda di questa mattina a Milano, ospitata nella sala congressi della Fondazione Cariplo, sono stati presentati e discussi i sei punti che trovano concordi le associazioni coinvolte:
1. la Costituzione racchiude al suo interno il senso del prendersi cura dell’Italia come bene comune, sia con riferimento agli artt. 4, 9 e 118 ultimo comma, sia ai suoi principi generali;
2. prendersi cura dei beni comuni non produce effetti positivi solo su chi si impegna direttamente ma anche sulla società nella sua interezza, contribuendo a rafforzare le relazioni di comunità e il senso di appartenenza;
3. i cittadini attivi e le organizzazioni che si prendono cura dei beni comuni sono una ricchezza, troppo spesso purtroppo considerata come una interferenza invece che come un’opportunità da parte delle istituzioni. Occorre superare queste diffidenze e incentivare una cultura di condivisione e di collaborazione fra istituzioni e cittadini;
4. è necessario che le istituzioni, le imprese e i mezzi di informazione diano sempre maggior attenzione e visibilità a questa energia espressa dalla società civile sostenendo la crescente disponibilità dei cittadini a dedicare il proprio tempo alla cura dei beni comuni materiali e immateriali, anche attraverso le attività promosse dalle organizzazioni stesse; 
5. le nostre organizzazioni, pur nei differenti ambiti di intervento, vedono nella cura dei beni comuni l’elemento unificante delle rispettive funzioni: sussidiarietà, integrazione tra pubblico e privato, rapporto virtuoso tra cittadini e istituzioni, creazione di senso di appartenenza e di senso civico, produzione di conoscenza e valorizzazione dei territori;
6. le nostre organizzazioni si impegnano pertanto, anche mettendo in essere forme sistematiche di collaborazione tra le associazioni, a promuovere le attività di cura del Paese e a sensibilizzare su tale tema i rispettivi membri e in generale la pubblica opinione.

Stamattina il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti ha portato diversi esempi delle attività che il Club alpino rivolge alla collettività e ai suoi beni in tutto il Paese: dalla risistemazione e rilancio del Sentiero Italia CAI, alle operazioni del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Sezione nazionale del Sodalizio), dal lavoro sui sentieri gravemente danneggiati nel Nord-Est dopo la tempesta Vaia alle attività di Montagnaterapia.

“Il Club alpino italiano negli anni ha peccato forse di eccessiva umiltà. E’ tempo che ci sediamo accanto ai protagonisti di una realtà che, credo, sia difficile contrastare: quella della solidarietà, della cura verso i beni del nostro Paese e dell’attenzione verso il prossimo“, ha affermato Torti. “Sono migliaia i nostri i operatori del Soccorso Alpino, un volontariato prezioso perché sussidiario allo Stato. I nostri Soci, poi, si sono messi subito al lavoro i giorni immediatamente successivi alla tempesta Vaia, sui sentieri di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Sono itinerari che portano a malghe, rifugi e borghi, dunque rappresentano un’occasione per tutti di fruire e conoscere l’ambiente montano e i modi di vivere dei suoi abitanti. In questi mesi centinaia di nostri volontari si stanno duramente impegnando in tutte le regioni per ripristinare i 6800 km del Sentiero Italia CAI. Un percorso di cui vogliamo prenderci cura anche negli anni a venire, per permettere di scoprire dimensioni naturali e paesaggi nel modo meno invasivo, ossia camminando, dando contemporaneamente un’occasione di rilancio alle economie locali. Senza dimenticare le attività di montagnaterapia, che ormai da anni vengono portate avanti nei confronti di individui portatori di differenti problematiche, patologie o disabilità. Esiste dunque un CAI che ha a cuore tutto il Paese e coloro che lo vogliono vivere con amore e rispetto“.

Oltre a Torti sono intervenuti i rappresentanti delle altre associazioni, portando esempi di buone pratiche a favore del prossimo e dei beni naturali e culturali del Paese: Claudia Sorlini per il Touring Club, Stefano Ciafani per Legambiente, Luciano Guazzetti per Caritas e, con un video messaggio, Carlo Petrini per Slow Food.